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Mercoledì 05 Giugno 2013
Omicidio della maestra Vanoi
Perizia psichiatrica sull'assasino
Sarà una perizia psichiatrica a valutare se l'assassino dell'insegnante sondriese Loredana Vanoi, il reo confesso Giuseppe Merlini, al momento dell'omicidio era in grado di intendere e volere e se attualmente è in grado di partecipare al dibattimento e quindi di subire un processo.
SONDRIOSarà una perizia psichiatrica a valutare se l'assassino dell'insegnante sondriese Loredana Vanoi, il reo confesso Giuseppe Merlini, al momento dell'omicidio era in grado di intendere e volere e se attualmente è in grado di partecipare al dibattimento e quindi di subire un processo. Passaggio fondamentale, quello compiuto ieri davanti al Gip Carlo Camnasio che ha fissato per il 18 giugno il conferimento dell'incarico allo psichiatra forense Claudio Marcassoli.
La richiesta è stata avanzata ieri in udienza dall'avvocato Matteo Renato Sergi che l'ha fondata sullo stato depressivo - certificato da un medico - in cui si trovava il suo cliente prima dell'omicidio.
Non sarà comunque una Corte d'Assise ad occuparsi del delitto di Loredana Vanoi (insegnante di 60 anni), in quanto se anche il Merlini - milanese di 66 anni - venisse ritenuto capace di intendere e volere subirà un rito abbreviato, non un processo pubblico. L'uomo aveva confessato le proprie responsabilità subito dopo il fatto, avvenuto il 29 agosto dello scorso anno nella casa della compagna, in viale Milano a Sondrio. Avrebbe agito d'impeto. Forse spinto da un eccesso di gelosia una volta sorpresa la donna a leggere di nascosto alcune mail ricevute sul pc. Merlini ha afferrato un trofeo dal basamento in marmo e ha sfondato la testa alla sua campagna che si trovava seduta sul letto, davanti al computer portatile e l'ha colpita alle spalle. Gli schizzi di sangue proiettati nella stanza non lasciano dubbi: Loredana non ha nemmeno avuto il tempo di difendersi. Pare che la vittima avesse manifestato perplessità nel continuare quella relazione che le stava comunque stretta. Troppo distanti i loro mondi e gli anni trascorsi insieme non avevano rafforzato la sintonia tra loro. Anzi.
Un'unione fatta più di comode opportunità, che non di reale voglia di stare insieme e di condividere ogni momento della vita di coppia.
L'uomo - che da quel giorno è detenuto a San Vittore - si è sempre avvalso della facoltà di non rispondere e ora potrebbe addirittura non subire il processo se fosse ritenuto non presente a se stesso. Perizia permettendo, dunque, l'accusa per lui è di omicidio aggravato dall'abuso di ospitalità, dai futili motivi e soprattutto dalla crudeltà. La perizia allunga i tempi dell'udienza in camera di consiglio, ma fisserà dei punti fermi che consentiranno - in caso affermativo - di procedere senza indugio.
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