Omicidio di Calolziocorte, l’assassino avrebbe un vizio parziale di mente

Il giudizio del consulente tecnico del tribunale di Como. Mercoledì la sentenza

Vizio parziale di mente. Capacità di intendere e volere grandemente scemata nei minuti in cui è avvenuto l’omicidio. Scatti di ira che gli provocherebbero “blackout” da 30 minuti in cui non è in grado di controllarsi. Una vera e propria patologia psichiatrica, «un disturbo esplosivo intermittente» che necessità di una cura farmacologica e di un percorso psichiatrico.

Questo il giudizio del dottor Nicola Molteni, consulente tecnico nominato dalla corte d’assise di Como, nei confronti di Haruna Guebre, venticinquenne italiano di origini del Burkina Faso, accusato di aver ucciso il connazionale (a sua volta cittadino italiano) Malcom Mazou Darga, 23 anni, residente a Calolziocorte.

L’omicidio era avvenuto il 29 agosto sui binari della stazione di Calolzio: secondo la Procura, anche sulla base di alcune testimonianze oculari, l’imputato avrebbe ucciso a coltellate il connazionale a causa di un litigio insorto per una sigaretta richiesta e negata.

Guebre, difeso dagli avvocati Marilena e Ilaria Guglielmana, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e si era così giustificato: «Mi aveva chiesto una sigaretta, ma le avevo finite. Ne è nata una discussione, poi ha detto una parola su mia madre che non vedo da dodici anni e da lì non ricordo più nulla».

Nell’udienza di ieri sono stati sentiti familiari e amici della vittima. «Guebre e Darga - ha spiegato una comune amica - si conoscevano e si chiamavano cugini perché erano connazionali. Darga aveva un rapporto di rispetto vero Guebre, ne era quasi intimorito. Guebre aveva scatti di rabbia, ma erano solo verbali e non ha mai aggredito nessuno. Entrambi facevano uso di droga. So che Darga spacciava. Mi è stato riferito che gli amici di Guebre volevano aiutarlo a fuggire in Burkina Faso».

Al padre di Darga è stato invece chiesto il rapporto con il figlio: «In quel periodo mio figlio era un po’ agitato e ascoltava poco. Era molto nervoso e non capivo perché. Ha rotto una porta e una televisione per rabbia. Avevamo anche contattato un medico, ma non ha fatto in tempo a prendere appuntamento. Non sono a conoscenza di eventuali debiti o questioni di soldi”.

Comportamenti che preoccupavano il padre: «Ero andato dai carabinieri per denunciare lo smarrimento di un documento e avevo chiesto loro di darmi una mano a tenerlo sotto controllo».

Ricordati poi i precedenti di Darga: poco meno di un anno per resistenza a pubblico ufficiale avvenuta su un treno nel 2021 e un altro precedente giovanile del 2016 estinto con la messa alla prova.

La madre ha invece restituito l’immagine del carattere del fratello: «Era molto tranquillo, un ragazzo pieno di vita, protettivo verso le sorelle con cui aveva un ottimo rapporto e le sosteneva nello studio. Il nervoso? la casa di Calolzio dove c’eravamo appena trasferiti era piccola e non voleva più andare dall’assistente sociale per la messa alla prova». Mercoledì prossimo è prevista la discussione e la sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA