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Lunedì 07 Gennaio 2013
Olginate: ancora senza redditi
gli ex dipendenti della Fonderia
Rimane critica la situazione economica dei 46 ex dipendenti della Fonderia San Martino di Olginate. A distanza di quasi dieci mesi dalla chiusura dello stabilimento di Olginate, solo cinque persone hanno trovato una nuova occasione professionale (di cui tre a tempo indeterminato) e tutti gli altri sono senza alcun sostegno economico da circa tre mesi.
A distanza di quasi dieci mesi dalla chiusura dello stabilimento di Olginate, solo cinque persone hanno trovato una nuova occasione professionale (di cui tre a tempo indeterminato) e tutti gli altri sono senza alcun sostegno economico da circa tre mesi.
«Anche in queste feste di Natale ho continuato a ricevere messaggi di questi lavoratori che non riescono più a vivere - dice Domenico Alvaro della Fiom Cgil - Hanno difficoltà nel pagare l'affitto o il mutuo, così come le utenze del gas, dell'acqua e dell'elettricità».
Nonostante il sindacato si fosse subito attivato per avviare la cassa straordinaria per cessata attività, a settembre la procedura non era stata avviata e i soldi non riscossi. Dopo mesi di attesa a fine settembre è stato sottoscritto un protocollo d'intesa con le banche e i lavoratori hanno iniziato a ricevere un anticipo di circa 700 euro al mese. Poi il 3 ottobre il tribunale di Lecco ha accolto l'istanza di concordato preventivo per la Fonderia San Martino: «La conseguenza per i lavoratori è stata l'interruzione del pagamento della cassa integrazione, autorizzata poche settimane prima e l'interruzione del versamento per coloro che avevano richiesto di usufruire del prestito accordato dagli istituti di credito».
Il 26 novembre viene inoltrata al ministero una nuova richiesta di cassa integrazione legata al concordato preventivo: «Nel frattempo i lavoratori continueranno a non avere nessuna entrata. Grazie alle costanti pressioni sugli istituti di credito due banche (la Bcc Cassa Rurale di Treviglio e il Credito Valtellinese) hanno deciso di continuare a erogare credito e quindi ad aiutare economicamente questi lavoratori».
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