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Martedì 24 Agosto 2010
Oggiono: via Piave
Fango dai rubinetti
La protesta dei residenti si fa pressante dopo appelli che finora non hanno sortito alcun effetto. Gli abitanti della zona non riescono più a usare l'acqua per cucinare e nemmeno per lavarsi o per le lavatrici. Le risposte finora sono state insoddisfacenti
«Non è neanche lontanamente pensabile di usarla per cucinare – dicono – e ormai non ci fidiamo nemmeno più a lavare: né la biancheria, né noi stessi».
In passato in via Piave e dintorni le segnalazioni si erano già ripetute spesso, prevalentemente per l'«acqua rossa» che era allora una costante: c'era ferro nelle tubazioni e, secondo chi se ne intende, non era poi tanto grave. Nessun rimedio.
La situazione appare adesso decisamente peggiorata. «Chi si azzarda a fare la doccia in quello che può essere limo, ma magari anche fogna? - insorgono i residenti – Rischiamo d'ammalarci, di prendere qualche infezione. Non si può neppure accendere la lavatrice: anziché pulirsi, i panni si sporcano, per di più si finisce per danneggiare gli ingranaggi. Chi ci risarcisce, a quel punto?».
La salute è la prima preoccupazione, ma il risvolto economico segue a ruota: «Stiamo bevendo e cucinando con la minerale – racconta la gente – Per l'igiene personale e il bucato dobbiamo chiamare le autobotti? Alcuni di noi hanno telefonato ripetutamente alla società che gestisce l'acquedotto e alla quale, non dimentichiamolo, noi paghiamo le bollette con soldi buoni: abbiamo diritto a un servizio essenziale come l'acqua potabile, ma la risposta è stata sconcertante».
«I tecnici rispondono di “rimediare all'inconveniente lasciando un po' aperto il rubinetto”».
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