Oggiono: Narciso e Negri a confronto sul futuro del centro sportivo De Coubertin

«Ci sono circa 200 ragazzi di Oggiono che giocano a calcio in oratorio e devono fare il giro della Brianza per trovare campi su cui giocare. A noi genitori, francamente, si stringe il cuore»: così, il futuro del centro sportivo “De Coubertin” è tornato a dominare nuovamente il dibattito, al centro anche dell’ultima assemblea pubblica dell’amministrazione comunale uscente.

Su questo, che è il tema principale della campagna elettorale, il sindaco Chiara Narciso ha aggiunto un altro tassello alla ricostruzione: «Tra le motivazioni per le quali il centro sportivo è rimasto parzialmente inutilizzato c’è che il fondo del campo in materiale sintetico è in condizioni tali da non renderlo più omologabile». Le ipotesi sulla restituzione delle chiavi del “De Coubertin” da parte del gestore si sono susseguite negli anni e, tanto più, nelle ultime settimane, assumendo quasi i contorni del giallo. Per Dario Ripamonti, del “Circolo culturale Angelo Tenchio”, «a Oggiono non c’è però affetto un problema di mancanza di società: per far rifiorire il calcio a Oggiono basta che gli imprenditori coi soldi li tirino fuori, come dappertutto, e la costituiscano». Per le famiglie «il tema adesso è un altro: le squadre, in oratorio, già ci sono, ma hanno bisogno di più impianti: quelli parrocchiali fanno già il massimo e i ragazzi devono andare a giocare altrove».

Sul dibattito aleggia, naturalmente, la controversa decisione dell’amministrazione comunale di mandare avanti il project financing imperniato principalmente su rugby, Padel e beach volley: le ultime due specialità, finora non presenti a Oggiono. Il sindaco, dal canto suo, sottolinea: «Anche l’Asd Rugby Club è una realtà di Oggiono; fa giocare anch’essa qualche centinaio di ragazzi e, a propria volta, fino a pochi mesi fa ha dovuto peregrinare da Ello a Tabiago. Non sono certo contraria al calcio: nella mia famiglia sono cresciuta a pane e calcio; però, il project financing prevede che la convivenza tra rugby e calcio possa esserci, proprio perché l’investimento riguarderà la riqualificazione di entrambi i campi a 11, dunque noi la vediamo possibile, coi due campi a regime e, a maggior ragione, con una realtà come l’ oratorio di Oggiono, che ha già anch’essa un proprio campo. Inoltre, il nostro auspicio - ha aggiunto il sindaco - è che il “De Coubertin” possa avere un ulteriore ampliamento in quanto tutti i terreni circostanti sono già vincolati per l’utilizzo sportivo, benché non siano tutti di proprietà del Comune. Quindi - per la Narciso - il ritorno del calcio al “De Coubertin” da parte di una società come quella dell’oratorio, che può contare già anche sui propri impianti, è per noi fattibile in aggiunta ad essi, appena la riqualificazione col financing verrà attuata; per il futuro, verso ulteriori società, non ci sono comunque preclusioni e, anzi, speriamo che il project financing ingrani così bene da prefigurare ampliamenti su aree attualmente non utilizzate, ma disponibili».

Il candidato Negri: «Ragazzi di Oggiono costretti ad andare a giocare fuori paese»

«Grazie all’Asd Oggiono Rugby per essere subentrata dopo tre anni di chiusura e aver quindi curato la ferita aperta del “De Coubertin”, ma la tradizione calcistica di Oggiono e il fatto che il calcio è lo sport più popolare in Italia non si possono dimenticare. Il Padel è in voga però, dappertutto, chi vuole fare i campi se li paga»: proprio il centro sportivo comunale è stato lo scenario l’altra sera dell’incontro tra il candidato sindaco di centrodestra Alessandro Negri e i residenti del rione Bersaglio (preoccupati anche dalla «viabilità impossibile, tra ditte senza parcheggio e l’andirivieni dei 1.200 alunni dell’istituto “Bachelet”»).

Il futuro del “De Coubertin” è stato affrontato da Negri - già in passato assessore allo Sport - presente il presidente dell’Oggiono Rugby, Romeo Dell’Oro. «I ragazzi di Oggiono che, per mancanza di campi, non possono più giocare a calcio sono circa 200 - ha ricordato Negri - e sono sparpagliati tra Barzanò, Dolzago e chi più ne ha, ne metta. Lo riteniamo sbagliato. Bisogna ridare a chi vuole giocare a calcio a Oggiono il luogo dove fare sport. Invece, la scelta dell’attuale amministrazione comunale è di compartecipare con 500.000 euro col privato che progetta di venire qui a costruire Padel e beach volley. Per noi è totalmente ingiusto, anche verso chi ha gestito in passato il centro mettendo ogni anno decine di migliaia di soldi propri in un’epoca in cui il Comune non aveva risorse. Nel 2019 il gestore precedente ha lasciato, col campo in ordine, gli spogliatoi a posto, la caldaia nuova. Ora, l’amministrazione prende mezzo milione di euro pubblici e li dà a un privato. Per noi - è l’idea di Negri - vanno invece usati per sistemare i campi, ne va creato uno in più e va individuato un soggetto, per esempio va creata una Polisportiva per i ragazzi di Oggiono: calcio, rugby, atletica. Chi vuole il Padel, lo faccia pure, ma coi propri fondi e non con 500.000 euro del Comune. In questo centro sportivo non c’è mai stato nessuno che abbia visto mezzo milione di euro: tutti ci hanno messo del loro, in prima persona, per passione».

Per Dell’Oro «va bene una Polisportiva: quello che a noi interessa è solo dare spazio ai bambini e accogliere tutti». Nella serata sono intervenuti anche il sindaco uscente di Annone, Patrizio Sidoti e il senatore di Fratelli d’Italia Mario Mantovani, quest’ultimo preoccupato che Oggiono abbia «portato a casa finora pochi fondi sui bandi Pnrr, rispetto a molti altri»; infatti, per Negri «una città degna (come lo è Oggiono) di tale nome è tuttora priva di un palazzetto: era adesso l’occasione di intercettare i bandi, invece siamo fermi alle sole palestre scolastiche (di cui una, nel rione Peslago, senza spogliatoi) e i pochi fondi percepiti sono stati spesi per ribattezzare “auditorium” un’aula magna delle scuole medie che tale invece resta e, comunque, per quello scopo già c’era il Palabachelet mentre per lo sport, con tutta l’enorme valenza sociale che ha, il Comune non ha investito nulla». Per Sidoti, inoltre, «Oggiono negli ultimi anni non ha più tirato le fila del bacino, lasciandole un po’ a Molteno, un po’ a noi, un po’ a Sirone in tanti aspetti. L’area ha perso identità: deve tornare a essere l’Oggionese, non il Moltenese e neanche l’Annonese».

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