Oggiono: Federico Moccia
ospite al "PalaBachelet"

Eccolo il “profeta” della letteratura per adolescenti”, il “re Mida” del romanzo d'amore italiano: Federico Moccia. È stato lui l'ospite d'onore della sesta edizione del “Festival del Film per ragazzi” di Oggiono; lui, scrittore oggi fra i più famosi d'Italia, si porge al folto pubblico di un Palabachelet di Oggiono.

g.morassi

OGGIONO - Ed eccolo il “profeta” della letteratura per adolescenti”, il “re Mida” del romanzo d'amore italiano: Federico Moccia. È lui l'ospite d'onore della sesta edizione del “Festival del Film per ragazzi” di Oggiono; lui, scrittore oggi fra i più famosi d'Italia, si porge al folto pubblico di un Palabachelet di Oggiono forse mai così attento, come giovedì sera. Completo di jeans, cappellino in testa il Moccia di “Tre metri sopra il cielo” e di “Scusa ma ti chiamo amore”, si presenta agli spettatori della rassegna, con la sua andatura dinoccolata, il viso pacioso e abbronzato del “buon padre di famiglia”, tanta modestia, parecchia simpatia. Soprattutto quando segue attento, fra il pubblico, le (belle) canzoni dei giovani di “Ragazzi e Cinema Oggiono” ed applaude sincero, all'anteprima del film prodotto dai ragazzi di Guido Milani “Nessuno e qualcuno” (se ne parlerà). Poi sale sul palco fra gli applausi, si siede composto (senza togliersi il cappellino) e risponde alle tante domande del sagace Guido Milani, senza lesinare sinceri ed apprezzati consigli: "Ai giovani - dice all'esordio - consiglio sempre di credere in se stessi, di avere forza di volontà, caparbia, coraggio... Quasi vent'anni fa scrissi “Tre metri sopra il cielo”... Non lo voleva nessuno, poi ruppi gli indugi e decisi di pagare io la pubblicazione, trovando una piccola casa editrice. Tanti anni dopo fu un successo che mi ha permesso di svoltare nella vita, di scrivere quello che voglio, di fare il regista (cosa più importante: di testi scritti da lui. ndr)...". D'altra parte il Moccia, “supercriticato” per la presunta profusione di “miele” nei suoi libri, fa spallucce a tutti in virtù della sua lunga gavetta: "Ho cominciato come aiuto regista tanti anni fa, per un film con Abatantuono – spiega - “Attila il flagello di Dio”. Un esperienza incredibile, a un certo punto mi ritrovai da solo a correggere il percorso di una mandria di buoi... Sapete? Quelli con le corna lunghe. Negli anni poi ho fatto lo sceneggiatore dei “Ragazzi della 3^C” (per Mediaset. ndr), di “College” e di tante altre sit-com... Tutto è valso a farmi crescere e diventare quello che sono. Tanto o poco che sia....".
Seduto su un alto sgabello Federico Moccia prosegue: "Non so precisamente perché i miei libri hanno così successo, alcuni come “Tre metri sopra il cielo” sono stati stampati e ristampati dal quel 1992. Persino in Cina: credo che sia perché l'amore è qualcosa di eterno e riguarda tutti e perché il raccontarlo, in qualche modo fa rivivere in chi lo legge, anche la propria vita, con le proprie gioie, i propri dolori legati a quello. Sì, penso che i giovani cambiano, come le loro mode, i loro modi di vestirsi e parlare, ma l'amore no: quello ha dinamiche, regole e ti porge davanti a momenti e situazioni, che volgono per tutti. Sono storie scritte non per una generazione precisa di giovani, ma direi senza generazione...".

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Sabato 11 Giugno 2011

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