Oggiono: alla "Itla"
si sciopera per un euro

Alla "Itla" di Oggiono si litiga per un euro. L'azienda, che ha circa 60 dipendenti l'ha definita una questione di principio e i lavoratori hanno fatto altrettanto, proclamando uno sciopero a sorpresa di due ore che proseguirà a singhiozzo anche nei prossimi giorni finché la direzione della "Itla" non deciderà di tornare a discutere.

g.morassi

OGGIONO - Si litiga per un euro alla "Itla". L'azienda, che ha circa 60 dipendenti l'ha definita una questione di principio e i lavoratori hanno fatto altrettanto, proclamando uno sciopero a sorpresa di due ore – dalle 13 alle 15 - che proseguirà a singhiozzo anche nei prossimi giorni finché la direzione della "Itla" non deciderà di tornare a discutere. Tutto comincia alcune settimane fa quando le parti sociali, azienda e sindacato, si sono sedute al tavolo per definire il premio di risultato che da quattro anni era scaduto: "L'azienda tre anni fa era stata investita dalla crisi – spiega l'rsu Luigi Riva – allora 20 persone erano state messe in mobilità, ma dal gennaio 2010 l'attività della Itla è ripresa a pieno regime, tanto che da allora sono stati assunti 15 nuovi dipendenti e ogni sabato facciamo lavoro straordinario. Fino ad oggi abbiamo evitato di chiedere il rinnovo del premio di produzione perché ci sembrava già una fortuna avere un posto di lavoro, ma adesso la situazione è cambiata e i fatturati dell'azienda sono in salute". Ma l'azienda ha posto alla discussione del rinnovo una condizione. Ha chiesto una riduzione del costo delle ore di lavoro straordinario. Storicamente ogni ora di lavoro in più alla "Itla" veniva pagata il 60% in più rispetto a un'ora di lavoro normale, mentre in base al contratto dei metalmeccanici il lavoro straordinario viene pagato il 50% in più: "Si tratta di una maggiorazione storicamente acquisita, alla quale non vogliamo rinunciare – dice Mauro Castelli, sindacalista della Fiom Cgil – ma l'azienda ha chiesto una riduzione del cinque per cento del costo dello straordinario quale precondizione a discutere del premio di risultato. Stiamo parlando di un euro di differenza e ci sembra assurda questa richiesta, perché non ha nulla a che vedere con il premio di risultato, piuttosto ci pare l'ennesimo tentativo di ridurre i diritti conquistati dai lavoratori". Un euro all'ora che in una settimana significherebbe circa sei euro in più per ciascun lavoratore, in un mese 24 euro. Impossibile trattare, perché se da un lato l'azienda l'ha definita una “questione di principio”, dall'altro i sindacati hanno fatto altrettanto. Ma se anche si riuscisse a trovare una mediazione per quell'euro di troppo, ci sarebbe tutta la partita del premio di risultato: "Noi abbiamo chiesto 900 euro – dice Riva – loro ne offrono 400, nonostante le linee produttive stiano viaggiando a pieno regime".

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Venerdì 29 Aprile 2011

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