Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 20 Novembre 2015
Occhi puntati sui centri islamici
Chi li frequenta nel Lecchese?
Oggi la preghiera musulmana del venerdì - A Chiuso sermone in italiano. Samti: «Altrove non lo so»
Dopo i terribili attentati di venerdì scorso a Parigi i controlli delle forze dell’ordine si sono intensificati anche nella nostra provincia e l’attenzione è alta soprattutto in relazione all’attività svolta nei luoghi di culto islamici in tutto il Lecchese.
Durante la trasmissione televisiva “La Gabbia” di La 7, giovedì sera in una mappa sulla “jihad di casa nostra” sono state segnate come moschee tenute sotto controllo dall’Intelligence antiterrorismo anche quelle di Renate (Monza Brianza) e Lecco. Il senatore leghista Paolo Arrigoni, alla luce di questa mappa, ha deciso di presentare un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri e dell’Interno circa l’ipotesi dell’esistenza di una cellula islamica terroristica nel Lecchese. Anche il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale, Cinzia Bettega, ha presentato un’interrogazione consiliare sullo stesso argomento, su eventuali “focolai di integralismo islamico che potrebbero sfociare o meno in attività violente”.
Nella nostra provincia sono attivi sette centri culturali, nessuna moschea, dove vengono svolte diverse attività fra le quali anche quelle di culto in particolare il venerdì. Si tratta di centri culturali noti alle forze dell’ordine, nessuno è clandestino, e raccolgono i fedeli di religione musulmana di tutta la provincia.
La Digos della Questura di Lecco e i carabinieri hanno presente chi frequenta i sette centri di cultura islamici, di cui il più rilevante per partecipazione è “Assalam” di corso Bergamo. In città sono attivi anche altri due centri di cultura, di dimensioni più contenute, che accolgono fedeli in corso Promessi Sposi, denominato “La Tolleranza” e in corso Carlo Alberto. Gli altri istituti presenti nel Lecchese sono quello di Costa Masnaga (che annovera il maggior numero di frequentatori, circa 300), “La Rosa” di Oggiono, e due piccoli ad Airuno (in un’abitazione privata) e a Colico, con musulmani di nazionalità marocchina.
L’articolo completo su La Provincia di Lecco in edicola stamattina, 20 novembre
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