
Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 02 Marzo 2015
Oberti rilancia il traforo del Mortirolo: «Quello dello Stelvio è anacronistico»
Il manager della logistica plaude all’arrivo dei finanziamenti per la tangenziale. «Ai senatori chiedo di sostenere il collegamento stradale con la Valcamonica».
«Bene per la tangenziale, ottimo risultato, tanto atteso. Ma ora mi sento di rivolgere un invito ai nostri senatori affinché vigilino che quanto promesso sia messo in pratica. Chiusa la partita tangenziale, la priorità resta assolutamente il traforo del Mortirolo».
Parla Paolo Oberti presidente del comitato “Traforo del Mortirolo ora”, fondato allo scopo proprio di promuovere la realizzazione del collegamento stradale (e non ferroviario) Valtellina-Valcamonica, univa via alternativa alle statali esistenti per scongiurare il rischio di isolamento della provincia di Sondrio. Oberti, che in campo professionale opera nel settore della logistica e trasporti, prende atto della notizia dell’inserimento dei 90 milioni di euro nell’accordo di programma triennale con Anas, soldi necessari per completare il quadro economico indispensabile per realizzare la bretella tiranese.
«Va dato merito pieno al sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, che si è speso e dato da fare per Tirano – afferma Oberti -. A fronte di qualche giudizio ingeneroso di chi lo ha criticato per i suoi passaggi in questi anni da un partito all’altro, vorrei dire che se l’obiettivo era anche quello di raggiungere questo risultato per la città, ben venga la sua strategia. A Cesare quel che è di Cesare».
Oberti raccomanda ai senatori Della Vedova, Mauro Del Barba e Jonny Crosio di monitorare la situazione, «tenere alto il livello di attenzione e massima la pressione per mettere in pratica quello che è stato deciso». Detto questo, Oberti torna a parlare di traforo. Ma mentre l’assessore ai Lavori Pubblici della Cm dell’Alta Valle, Remo Galli, rilancia l’idea del traforo dello Stelvio, Oberti replica con uno slogan: «Non c’è storia, traforo del Mortirolo per tutta la vita».
Quando si parla di traforo dello Stelvio, «bisognerebbe rendere giustizia alla storia – prosegue l’imprenditore tiranese -, perché, negli ultimi 15 anni, nessuno ha citato mio padre che si è speso molto per il progetto. Era presidente della società del traforo e, nel periodo di sua presidenza, il traforo era stato inserito nel triennale Anas ed era passato al Cipe».
Aldo Oberti ha infatti avuto il merito di aver convinto anche gli altri Paesi europei, in primis il ministro tedesco, della bontà dell’opera. Si parlava allora di un asse viario dal mare del Nord a Genova passando per la Valtellina, alternativo al Brennero e al passaggio in Svizzera.
«Il traforo di cui oggi parla Galli coinvolge altre nazioni, è un miraggio quanto quello della Mesolcina, perché alle altre nazioni , dello Stelvio non interessa nulla – prosegue Oberti -. Nulla di personale con Galli, ma Livigno e l’Alta Valle devono ricordarsi che il traforo del Mortirolo serve a tutta la Valle, perché è l’unico bypass di sicurezza quando la statale 36 ha problemi come abbiamo visto in questi anni. Qui c’è in ballo tutta l’economia di una provincia, non solo il turismo».
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