Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 27 Dicembre 2017
Novecento visitatori. Il presepe vivente illumina San Carlo
Premiato l’impegno dei tantissimi volontari di Faedo. Ben 43 quest’anno i figuranti negli “andett” del paese. Un tour in quindici tappe fra thé caldo e vin brulè
Circa trecento visitatori venerdì, più che raddoppiati sabato sera. A giudicare dai numeri è piaciuto il presepe vivente, che, dopo l’esordio fortunato di un anno fa, la contrada San Carlo a Faedo ha riproposto con la collaborazione del Comune e di tanti volontari. Oltre a 43 figuranti di tutte le età, che hanno impersonificato ciascuno un personaggio del presepe, tanti sono stati i volontari, che per un mese e mezzo hanno lavorato per allestire l’area.
Ma il pubblico ha apprezzato. Tant’è: un viavai ininterrotto per due sere dalle 20,30 sino alle 23 lungo quelli, che, in dialetto valtellinese, si chiamano “andett”, cioé vecchi vicoli tra corti e case contadine di un tempo, che si trovano nella contrada a pochi passi dal municipio e dalla parrocchia. Ed è proprio dalla chiesa quest’anno, che gli organizzatori hanno scelto di far partire il tour avvolto in luci le accompagnato da nenie natalizie in sottofondo. Quindici le location, che ogni visitatore ha potuto ammirare, seguendo la mappa distribuita alla partenza da un pastore: dopo aver varcato la porta della chiesa, i primi ad accogliere la gente sono stati dei giovani pastorelli con caprette al seguito.
All’osteria del Rinaldu - terza tappa -, seduti attorno ad un tavolone di legno, dei contadini: da gustare formaggio nostrano, vino di casa e polenta gialla, preparata al momento all’entrata dell’osteria in un paiolo appeso, come accadeva un tempo, con una catena sopra il fuoco. Poco distante un giovane artigiano del cuoio, intento a creare i suoi manufatti: cartucciere, cinture e altri oggetti.
Quinta tappa, il forno del pane, con due donne intente a prepararlo, offrendolo ai passanti insieme al panone tipico valtellinese.
Il tour è proseguito con gli intagliatori: anche in questo caso due giovani, alle prese con gli strumenti del mestiere a creare delle piccolo opere d’arte.
Passo dopo passo, tra thé caldo e vin brulé, da bere gustando frittelle di mele cucinate sul posto, si è arrivati alla locanda del pastore.
Al di là della porta, quattro anziani impegnati in una partita a carte, con un ciapél – grande tazza in legno - del vino sul tavolo. Sulla centrale piazzetta, sovrastata da un lungo filo con i panni stesi, due lavandaie davanti ad un mastello.
Altro personaggio, che solitamente in un presepe classico non manca mai, il fabbro. Così come il falegname al lavoro nella “Botiga del legn”, mentre sulla soglia un giovane giovane impegnato nella creazione di un gerla, intrecciando listelli di legno.
Ultime due tappe, le filatrici che cardavano la lana, per culminare con la Natività, con Giuseppe e Maria insieme ad un bimbo in una culla di legno, con l’asino Orazio e due vitellini. Insomma nulla è stato lasciato al caso e ha ripagato la contrada San Carlo, con i complimenti del primo cittadino. «Non ci sono parole. Un’iniziativa riuscita e il grazie mio e di tutto il Comune va a chi si è speso in queste ultime settimane - ha detto il sindaco Franco Angelini -. Mi sono emozionato davanti agli occhi di tanti anziani del paese commossi per aver rivisto questa zona rivivere».
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