Cronaca / Valchiavenna
Domenica 07 Maggio 2017
Novate Mineraria senza concessione
«Iter infinito, niente posti di lavoro»
La società ha fatto ricorso al Tar «non per le prescrizioni ma per le lungaggini». Comini: «Chi dovrebbe garantire l’impresa in un giorno, non riesce a farlo in un anno».
«Chi dovrebbe garantire l’”impresa in un giorno” non riesce nemmeno a farla in un anno, e intanto le opportunità di mercato svaniscono a causa dell’inerzia degli enti ed una serie di posti di lavoro già pronti vengono buttati al vento. Non sono certo questi i presupposti per favorire la tanto conclamata ripresa economica del nostro paese».
Dura la presa di posizione di Novate Mineria, costretta a fare i conti con la mancata emissione del permesso di costruire da parte dello sportello unico per le attività produttive. Questa, del resto, la vera motivazione che ha spinto la società a ricorrere al Tar contro l’autorizzazione rilasciata dallo stesso sportello della Comunità Montana all’ambito 1 del progetto di Parco Minerario del San Fedelino. In pratica la parte di progetto riguardante l’ex stabilimento siderurgico della Falck. La parte relativa alle conferenze dei servizi si sarebbe chiusa positivamente per il progetto, ma all’appello mancherebbe un’ultima carta. Che blocca tutto: «La società – ha spiegato ieri in una nota il direttore Dario Comini - smentisce categoricamente ogni riferimento a ricorsi dovuti a prescrizioni di carattere ambientale che invece il progetto ha integralmente recepito, prova ne è la già citata approvazione. Il motivo del ricorso è invece l’ingiustificato ritardo che ancora oggi perdura, sul rilascio del permesso di costruire, che lo stesso sportello dopo la conclusione dell’iter, avvenuta alla fine dell’ottobre scorso, non ha ancora effettuato».
Il Suap ha rilasciato un “assenso sostitutivo del permesso di costruire” ma questo secondo Novate Mineraria è «un documento che non esiste nel procedimento amministrativo previsto dalla legislazione vigente e che all’atto pratico non ha nessuna efficacia».
Il ricorso, insomma, sembra tanto un modo per fare pressione affinché lo sportello rilasci un nulla osta che la società considera un diritto. Nei giorni scorsi il presidente della Comunità Montana Flavio Oregioni aveva indicato nelle prescrizioni i motivi del ricorso. Una dichiarazione che Novate Mineraria giudica «sorprendente». Secondo l’azienda, che una volta ottenuto il via libera conta di essere pronta per la produzione nel giro di 7-8 mesi, si stanno perdendo commesse. E posti di lavoro. La prossima settimana, comunque, tutta l’attenzione sarà concentrata sull’udienza, in programma il 9 maggio, con la quale il Tar esaminerà nel merito i ricorsi presentati dai comitati e dalle associazioni che si battono contro il progetto.
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