
Cronaca / Valsassina
Lunedì 17 Giugno 2013
Norda, stop agli straordinari
Il no dei dipendenti ai tagli
PRIMALUNA
Alla Norda di Primaluna, dopo il piano di tagli annunciato dall’azienda, è stato proclamato lo stato di agitazione per contrastare anche un solo licenziamento e si preannuncia una serrata vertenza fra la direzione aziendale e il sindacato.
Incontro con i lavoratori
Settimana scorsa i sindacalisti Massimo Sala della Cgil e Enzo Mesagna della Cisl hanno incontrato i lavoratori in assemblea per spiegare nel dettaglio il piano di dismissioni previsto dall’azienda.
«Una ventina di esuberi fra gli amministrativi che perderanno il posto entro l’anno - dicono i due - e alcuni di loro hanno già ricevuto delle lettere da parte dell’azienda che li informa della conclusione del rapporto di lavoro. Più l’esternalizzazione del magazzino e forse di parte del “fine linea”, l’operazione che conclude l’imbottigliamento e la spedizione delle acque». L’esternalizzazione sarebbe affidata a una cooperativa e, premesso che non tutti gli operai di questo settore saranno confermati, quindi anche i salari subiranno una sforbiciata.
«Fra i dipendenti si respirava un clima di rabbia e preoccupazione - raccontano i sindacalisti - e non c’è alcuna intenzione di cedere a un piano scellerato e senza alcuna giustificazione oggettiva. Non dimentichiamo che la Valle, i dipendenti, i cittadini e le amministrazioni locali hanno fatto di tutto negli anni per sostenere la crescita di questo stabilimento e Norda si è arricchita ed è cresciuta parecchio grazie al territorio. Per questo i dipendenti hanno proclamato lo stato di agitazione, che comporta uno sciopero degli straordinari e della flessibilità finché l’azienda non tornerà sui suoi passi».
Un bel grattacapo per Norda che nei mesi estivi tocca il picco produttivo e quindi spesso ricorre proprio alla flessibilità e agli straordinari per stare dietro agli ordini.
Le parti sociali - azienda e sindacato - si incontreranno il prossimo 11 luglio: «E speriamo che in quell’occasione l’azienda si presenti con un piano industriale diverso. Ad oggi - sottolineano i due sindacalisti - l’azienda non ha dichiarato alcun piano organico, non ha fornito numeri concreti o motivato le riduzioni con un piano ben delineato. Quello che ci ha detto è che dal 2014 vorrebbe accentrare l’amministrazione a Milano, dove esiste già un centro direzionale, e poi di voler tagliare parte dei costi delle ultime fasi, in un discorso che ci è sembrato un po’ vago».
Un discorso - spiegano i sindacalisti - difficile da giustificare dando un occhio ai bilanci che sono stabili, attorno ai 105 milioni di euro.
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