Homepage / Sondrio e cintura
Lunedì 11 Marzo 2013
Non si butta via più nulla
Ecco le botteghe ripara-tutto
Soprattutto abitini e vestiti per bambini. Ma anche orli di pantaloni, cerniere di giubbotti e cappotti, oppure le scarpe, suole e tacchi per di recuperarle: la crisi spinge sempre più famiglie a evitare nuovi acquisti e a riscoprire spesso capi d'abbigliamento ormai da tempo sepolti negli armadi e non utilizzati
Sondrio -Soprattutto abitini e vestiti per bambini. Ma anche orli di pantaloni, cerniere di giubbotti e cappotti, oppure le scarpe, suole e tacchi per di recuperarle: la crisi spinge sempre più famiglie a evitare nuovi acquisti e a riscoprire spesso capi d'abbigliamento ormai da tempo sepolti negli armadi e non utilizzati. E a recuperarli.
«In questo periodo - hanno spiegato Agostina e Katia della merceria Bottondoro - molta gente sceglie di sistemare e recuperare dagli armadi indumenti che non usava più da un po'. E lo vediamo soprattutto per i bambini, visto che sono particolarmente gettonate toppe e cose affini. Una scelta fatta non soltanto per risparmiare, ma anche perché la qualità dei vestiti un tempo era migliore».
E il risparmio è assicurato: basti pensare, ad esempio, a una tuta, uno dei capi d'abbigliamento che i bambini usano spesso e che altrettanto spesso si rovina con piccoli o grandi buchi: mettere una toppa comporta una spesa davvero limitata, al massimo di pochi euro, mentre per acquistare una tuta la spesa sale ad almeno 10 euro e può andare anche molto oltre. La differenza e il risparmio, dunque sono molto concreti.
Non solo, poi, la crisi, determina la scelta delle famiglie di riparare molte cose piuttosto che acquistarne delle nuove, ma il risparmio si concretizza anche nei modi con cui si sceglie di riparare.
«Molti - hanno proseguito Agostina e Katia - riparano le cose da sé e se prima compravano, ad esempio, due o tre rotolini di filo, visto che tanto prima o poi sarebbero serviti, ora li prendono uno alla volta. E c'è da dire che stanno tornando di moda anche l'uncinetto e la "maglia": tanti, ad esempio, hanno scelto di fare i regali di Natale per amici o parenti proprio a maglia o all'uncinetto e così non hanno speso per acquistarli».
Un altro articolo che oggi viene riparato molto spesso sono le scarpe. Il principio è sempre lo stesso: piuttosto che fare acquisti di alcune decine di euro, meglio tenere i soldi in tasca e risistemare quello che già si ha a casa con un esborso di gran lunga inferiore.
«È cambiato il tipo di lavoro rispetto al passato: - ha spiegato il calzolaio Dario Bracelli - la gente ora recupera le scarpe da solai e cantine e le porta ad aggiustare. Non si tratta solo di questo, però: oggi, infatti, specialmente i giovani comprano scarpe che piacciono loro, ma che sono di scarsa qualità e quindi dopo poco le portano a riparare».
Un maggior lavoro per i calzolai e, in generale, gli artigiani che si occupano di riparazioni, non solo di indumenti e scarpe, ma di qualsiasi prodotto dovrebbe significare, di contro, meno acquisti di merce nuova nei negozi, ma non sempre, in realtà, è così: «Facendo il mio lavoro - ha sottolineato sempre Dario Bracelli - mi accorgo anche di come vanno gli acquisti nei negozi. Spesso, infatti, se qualcuno compra un paio di scarpe nuova, porta quelle vecchie, di cui magari si è rotto il tacco, a riparare, perché non le butta via, ma le conserva. E devo dire che quest'anno, anche nel periodo dei saldi, ho "percepito" poco movimento»
© RIPRODUZIONE RISERVATA