Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 09 Luglio 2013
«Noi, sindaci sul territorio
calpestati dai parlamentari»
Il sindaco Molteni alza la voce: «Tanti paesi hanno soldi in cassa ma non possono spenderli»
E sui tagli: «Una giornata della Santanchè costerà quasi come il nostro bilancio di un mese»
Sondrio Da sindaco si dice «oggettivamente stufo», pieno di «disgusto» per molte vicende politiche nazionali e per scelte che «calpestano gli enti locali in nome di un insieme di convenienze parlamentari».
E l’elenco è lungo, per il sindaco di Sondrio Alcide Molteni, che ieri non ha usato eufemismi per esprimere la sua amarezza di amministratore locale di fronte a tante situazioni. Vedi il «miserabile silenzio calato sulla riduzione del numero dei parlamentari, quando un giorno di Santanché costerà più o meno quanto un mese del bilancio del Comune di Sondrio».
Per non parlare del «ridicolo balletto sull’Imu», o delle scelte sul patto di stabilità «mentre molti Comuni potrebbero realizzare interventi senza far debiti e dando respiro all’economia». E adesso secondo Molteni dal nuovo presidente dell’Anci «deve arrivare una svolta».
Economia ed enti locali
La riflessione del sindaco parte dai temi che erano sul tavolo poche settimane fa, prima delle elezioni amministrative: «L’argomento all’attenzione di tutti era l’idea che l’economia italiana dovesse avere un rilancio anche attraverso un ruolo importante dei Comuni con i loro investimenti – ha sottolineato ieri a palazzo Pretorio -. E Sondrio ha lavorato per mantenere gli impegni del patto di stabilità, per organizzare al meglio il sistema economico-finanziario del Comune, nell’ottica che poi ci fosse il risultato positivo di poter usare i soldi dei cittadini per opere e interventi che darebbero anche un rilancio all’economia locale». Adesso invece il dibattito politico va in tutt’altra direzione, secondo il sindaco. «Oggi la questione è l’eliminazione delle Province – ha affermato -, quando l’impegno era chiaro: gli enti locali diventino virtuosi e anche noi spenderemo meno, ci hanno detto, per esempio con la riduzione del numero dei parlamentari.
Su questo però è calato un miserabile silenzio, con un impegno veramente incredibile nello spostare l’attenzione con le discussioni sugli enti. Peccato che un giorno di Santanché costi quanto un mese di bilancio del Comune di Sondrio, e dico Santanché perché la vedo dappertutto, con auto blu e scorta al seguito».
E la vicenda delle Province secondo Molteni (che ha parlato anche del tema specifico del riordino istituzionale) è veramente emblematica. «Il decreto è incostituzionale? Ora si parte lancia in resta per inventare qualcos’altro – ha detto il sindaco -, magari applicassero la stessa determinazione nel taglio dei parlamentari... Da sindaco sono oggettivamente stufo, spero che il nuovo presidente Anci Fassino, che ho pure votato, dia una svolta. Visto che non è nemmeno piccolo, si metta in piedi al tavolo e si faccia sentire».
Il patto di stabilità
I punti su cui alzare la voce sono diversi, ha rimarcato il primo cittadino sondriese. A partire da quel patto di stabilità che per gli enti locali ormai è una gabbia con cui fare i conti – letteralmente – tutti i giorni. «È arrivato l’allentamento dei vincoli europei – ha ricordato Molteni – e ho assistito con disgusto ad un’accelerazione per spendere su grandi opere, quando ci sono tanti Comuni che hanno in cassa i fondi, soldi dei loro cittadini, e quindi potrebbero realizzare da subito opere e interventi concreti, senza fare debiti e rilanciando l’economia». E poi c’è «la ridicola questione dell’Imu», ha detto Molteni, altro tema al centro dell’attenzione in queste settimane.
«Noi rispettando la legge abbiamo preparato un bilancio di previsione calcolando determinate entrate – ha sottolineato – e ora assistiamo a questo ridicolo balletto del governo su quella che per definizione è una tassa comunale e un punto fondamentale dei bilanci dei nostri enti. Chiedessero a noi se e come si può sostituire l’Imu, anziché pensare di eliminare risorse senza chiarire come si farà senza questi fondi».
Altro punto dolente, secondo Molteni, la questione della legge elettorale, l’ormai famigerato “Porcellum”. «Ricordo un impegno preso davanti al presidente della Repubblica Napolitano – ha detto Molteni - per un cambiamento che portasse i parlamentari ad essere espressione degli elettori, con un reale ruolo di rappresentanza territoriale, senza voler fare del localismo. Un impegno che ora viene rinnegato in nome dell’appartenenza non ad una sensibilità politica, ma ad una casta di parlamentari».
E queste vicende, da l caso delle Province al «continuo calpestare gli enti locali in nome di un insieme di convenienze parlamentari che mi pare abbiano l’unico scopo di mantenere certe situazioni», secondo Molteni meritano l’attenzione di tutti i cittadini. «Ammazzare le Province e i Comuni – ha concluso – per cercare un centralismo statale e regionale deve far arrabbiare gli elettori, che non possono accettare queste modalità egoistiche».
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