Cronaca / Lecco città
Mercoledì 21 Dicembre 2016
«Noi, emozionati
davanti al presepe»
Profughi in visita a Palazzo delle Paure
«E’ bello parlarsi e scoprire la vostra cultura»
I ragazzi richiedenti asilo stanno studiando l’italiano
al Cap di Maggianico
C’è il terrorismo di matrice islamica che crea odio e diffidenza tra culture e popoli. Poi c’è, ed è assolutamente prevalente, la voglia di integrarsi, di non “radicalizzarsi” ma, anzi, di apprendere i valori cardine della convivenza in Occidente, in Italia.
I ragazzi, tutti profughi di diverse provenienze dai 17 ai 23 anni, del Cap (Centro provinciale per l’istruzione agli adulti) di Maggianico, hanno voglia di lasciarsi alle spalle delle esistenze difficili e arrivare a capire come sono fatti gli italiani e come vivono. Per poter vivere con loro. Ieri una classe del Cap ha raggiunto prima palazzo Belgiojoso dove ha visitato il Museo mineralogico, quindi si è recata a visitare la mostra dei Presepi a Palazzo delle Paure. La “prof” Stefania Rovagnati, spiega: « I nostri utenti sono molti, su tutto il territorio provinciale. Oltre a insegnare loro l’italiano cerchiamo di far conoscere più aspetti della loro vita nel lecchese. Ho deciso di far visitare la mostra dei presepi perché abbiamo parlato in classe del Natale e c’è stato molto interesse soprattutto da parte dei ragazzi musulmani, che sono la maggioranza. Sono ragazzi molto curiosi che hanno voglia di confrontarsi con la nostra cultura e di imparare. Il discorso culturale è molto importante e loro hanno molta voglia di integrarsi: si impegnano molto e vengono sempre a scuola di buona lena e puntualmente».
Usmane è pakistano e musulmano. È un “over”, nel senso che ha già 29 anni. Abita alla “montanina” a Esino e fa il volontario per il Soccorso Bellanese, in assistenza ai disabili. Ogni giorno per andare a scuola a Maggianico, si muove alle 5 del mattino. E vuole imparare tanto della nostra cultura: «Anche nel Corano è scritto che Gesù è stato un grande profeta, in una Sura. Così ho voluto vedere cosa significasse la Natività, il presepe. E ne sono rimasto molto colpito. È interessante; la professoressa ha organizzato questa visita che, per me, è del tutto nuova: ci sono cristiani in Pakistan, ma non avevo mai visto un presepe. Non conoscevo com’è nato Gesù, ma ora lo sto scoprendo. È una grande storia».
Ibrahim, poi, 23 anni, viene dal Gambia ed è sinceramente emozionato per quello che ha visto: «Era la prima volta che vedevo un presepe e mi ha fatto una bellissima impressione. La storia di Gesù, le immagini che mi fanno pensare, la sua storia. Sono contento di vedere queste cose insieme alla “prof” perché mi piace scoprire cose sempre nuove della vostra cultura».
Serge, invece, viene dalla Costa D’Avorio e ha 18 anni. «Questi presepi mi hanno trasmesso molta emozione e mi sono piaciuti molto. Mi piace scoprire così tante cose nuove, in visite del genere. E mi piace anche scoprire cosa vuol dire il Natale per i cristiani: è una festa molto speciale per loro. Sono contento di averlo scoperto anche attraverso i presepi». n
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