Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 20 Settembre 2013
«No all’accorpamento
di tutti gli ospedali»
L’assessore provinciale Pradella: Aovv realtà complessa, la sua autonomia gestionale va difesa - Armanasco (Cgil): preferibile un solo ente che riunisca nosocomi e azienda sanitaria locale
Ferve in provincia il dibattito attorno alla proposta di accorpamento delle Asl e delle Aziende ospedaliere regionali lanciata dal presidente della commissione regionale Sanità, Fabio Rizzi, della Lega Nord.
Una proposta dai contorni ancora non del tutto chiari, aperta alla discussione e alle osservazioni dei gruppi consigliari regionali e dei territori di riferimento, eppure tale da essere definita «piuttosto drastica», da parte di Giuliano Pradella, assessore provinciale al coordinamento delle Politiche Sanitarie e referente della Comissione Sanità della Lega Nord provinciale.
«La bozza in questione ci era stata soltanto preannunciata dal senatore Rizzi - dice Pradella - nel corso di un incontro avuto in precedenza coi membri della Commissione Sanità della nostra sezione provinciale di Sondrio. Questo perché Rizzi, nell’intento di elaborare questo studio sulla riorganizzazione del sistema sanitario regionale, in termini di accorpamenti di Asl e Aziende ospedaliere, ha interpellato tutte le sezioni provinciali della Lega per un confronto politico sul tema. Dopodiché, a noi, la bozza nella sua stesura completa non è stata ancora presentata, tuttavia, proprio in questi giorni, precisamente domani sera, l’argomento sarà all’ordine del giorno del direttivo provinciale della Lega».
Come sua consuetudine, peraltro, Pradella non si esime dall’entrare nel merito del ragionamento così come si sta facendo strada, seppur solo a livello di bozza di proposta. «La formula Rizzi è piuttosto drastica - precisa Pradella - tuttavia presenta elementi di flessibilità su cui noi intendiamo incidere. In particolare, se il discorso relativo all’accorpamento delle Asl, compresa quella di Sondrio, alle realtà limitrofe, può essere da noi accettata e persino condivisa, in una logica, anche, di revisione funzionale delle Asl medesime, non così la pensiamo rispetto alle sorti tracciate per l’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna. Qui siamo fermi nel difenderne l’autonomia gestionale dal momento che l’azienda ha già una sua complessità, anche territoriale, e un eventuale accorpamento alle realtà limitrofe di Lecco, Como e via discorrendo non le gioverebbe affatto. Questa è la nostra posizione, mentre nulla mi è noto circa l’accorpamento dell’Asl di Sondrio a quella della Valcamonica con sede ad Aprica. Non so, se vogliamo trasferirci tutti a Trivigno…».
Eppure, secondo Ettore Armanasco, della segreteria provinciale Spi e Funzione pubblica Cgil, proprio di questo si starebbe discutendo.
«Ovvero - precisa - dell’istituzione in via sperimentale, per cinque anni, di un’Asl della Montagna, relativa ai territori di Valtellina e Valcamonica, con sede ad Aprica, e ricomprendente anche le aziende ospedaliere rispettive che manterrebbero le loro attuali sedi. Questo dice la bozza da noi intercettata ed è una soluzione che non ci convince affatto. Perché, a parte la fantasiosa ipotesi di una sede Asl ad Aprica, si produrrebbe un esproprio in termini di programmazione dei propri servizi socio-sanitari per la provincia di Sondrio».
Armanasco, invece, torna a proporre l’istituzione di un’Azienda Unica per la nostra provincia, frutto dell’accorpamento fra Asl di Sondrio e Aovv, sul modello, proprio, camuno «e che vada di pari passo con l’unificazione, a livello regionale, degli assessorati alla Sanità e alla Famiglia e Politiche sociali».
Riattivare il tavolo provinciale
In ogni caso, per Armanasco, tutta questa articolata discussione sul futuro della sanità regionale e, soprattutto, provinciale non può che passare per «la riattivazione del Tavolo provinciale sulla riorganizzazione dei servizi sanitari, già istituito dalla Provincia, ma di cui, da troppo tempo, non si ha più notizia. E questo perché è impensabile che decisioni simili cadano sulla nostra testa senza che il territorio possa compiutamente esprimersi».n
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