Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 17 Settembre 2013
Niente bici sulle corriere
Molti disagi per i turisti
Il boom della mountain bike mette a nudo l’inefficienza del trasporto pubblico curato da Stps
Gli operatori turistici della Valchiavenna che si occupano del noleggio di mountai bike protestano
Niente bici sulle corriere italiane. In Valchiavenna questo problema è noto da tempo e ora, con il boom della mountain bike a Madesimo, i disagi sono ancora più rilevanti.
Si tratta di un problema significativo sia per gli appassionati di downhill che frequentano il bike park della Ski area Valchiavenna, sia per i ciclisti che preferiscono pedalare sulle strade e sugli itinerari ciclopedonali. In più occasioni la Stps ha spiegato, in passato, di non avere pregiudizi nei confronti dei ciclisti, ma di dovere fare i conti con limiti strutturali. Sulle corriere azzurre che percorrono le strade della Valchiavenna e in estate arrivano fino a Splugen non c’è posto per i rampichini e le altre biciclette.
«Si tratta di un problema rilevante - spiega Andrea Di Maio, uno dei soci di Made for fun, società che si occupa di noleggio e scuola di mountain bike -. Riguarda tutti i ciclisti che arrivano a Chiavenna con il treno e poi non hanno la possibilità di salire in pullman in Val San Giacomo. Sul versante svizzero c’è l’opportunità di rivolgersi a uno shuttle, che offre un servizio a un costo limitato fino al passo dello Spluga. Io ho vissuto queste difficoltà sulla mia pelle. Sono sceso con una comitiva a Chiavenna e laggiù ci hanno detto che non c’era la possibilità di risalire con i mezzi pubblici. Siamo di fronte a un disguido che si potrebbe risolvere facilmente, quindi sarebbe bello assistere a dei miglioramenti dalla prossima stagione».
Ma come rilevano i due giovani gestori di una delle attività che comprendono noleggio e scuola di mtb a Madesimo, le problematiche interessano anche i cicloturisti. Si tratta di un’altra categoria importante per il turismo in Valchiavenna ed è oggetto di ambiziosi progetti da parte degli enti locali. In tempi di crisi, la ricerca di nuovi mercati porta anche a quello degli appassionati di bike.
«Anche per tutti coloro che girano l’Europa in bici è fondamentale potere contare su un servizio di trasporto pubblico efficiente - aggiunge Michele Sansò, socio di Di Maio - . Se piove, oppure se si vuole percorrere un tratto del viaggio senza pedalare, è necessaria la presenza di mezzi pubblici adeguati al trasporto delle bici. In Valchiavenna, invece, non c’è questa opportunità». Nel parcheggio della stazione di Chiavenna, basta una rapida osservazione delle corriere provenienti dai diversi Paesi per rendersi conto delle differenze fra le linee italiane e svizzere. Sugli autobus della Posta svizzera, infatti, sono presenti i portabiciclette adatti sia al trasporto dei mezzi più diffusi, sia quelli per le bici a pedalata assistita. Ancora una volta, per risolvere un problema, potrebbe essere sufficiente copiare la soluzione dai vicini elvetici. Non solo per quanto riguarda i pullman, ma anche per le strade sulle quali viaggiano gli autobus. In quest’ottica, negli ultimi anni sulla 36 ci sono stati alcuni interventi significativi, soprattutto tra Bette e Campodolcino. Il disagio, insomma, è chiaro. Ma se in passato la soluzione sembrava lontanissima, ora la consapevolezza dei disagi da parte degli addetti ai lavori rappresenta un buon punto di partenza.
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