Cronaca / Lecco città
Giovedì 24 Settembre 2015
«Nessuno stop
per l’indotto di Lecco»
Mostrano tranquillità le numerose aziende che forniscono componenti al colosso dell’auto
«In passato scandali simili hanno interessato altri colossi del settore che pure hanno continuato a crescere»
Lo scandalo mondiale di Volkswagen sulle emissioni , «passata l’onda emotiva, non inciderà sul business locale dell’indotto dell’automotive». La pensano così imprenditori grandi e piccoli del Lecchese, legati a vario titolo alla fornitura dell’automotive, come il gruppo di engineering “Fontana” di Calolziocorte, che con Volkswagen-Audi, suo primo cliente, ha ordini pianificati fino a tutto il 2018. Ma ci sono anche i piccoli dell’indotto manifatturiero di settore e della distribuzione di ricambi convinti che «a influenzare l’andamento delle vendite è un insieme di fattori, e per ora siamo di fronte a quella che è una colossale crisi di reputazione che non è detto pesi sulle decisioni di acquisto».
La casa tedesca ha ammesso di aver truccato i test negli Usa per far figurare emissioni in atmosfera molto più basse di quelle reali con effetti su 11 milioni di auto, il Ceo Martin Winterkorn non si dimette ma è sulla via del licenziamento e ora l’economia di settore guarda alle intenzioni europee di allargare le indagini ad altri marchi. Ma per i lecchesi il mercato dell’auto non ne risentirà.
«Col mercato in ripresa – dice Paolo Dell’Era, la cui azienda produce bulloneria a Valmadrera dagli anni Venti - questo crollo di fiducia nella prima casa automobilistica del mondo non ci voleva. La mia azienda serve il mercato tedesco dell’automotive, forse Volkswagen per noi non è cliente strategico ma quel che è accaduto va a toccare tutti i nostri clienti. Tuttavia – aggiunge Dell’Era – ho la sensazione che nel medio e lungo termine quanto accaduto non creerà grossi problemi, come ci insegnano i guai passati di altre case automobilistiche, come Toyota e i suoi problemi con gli air bag, che hanno ripreso a vendere più di prima». Per l’imprenditore il mercato europeo del gruppo Volkswagen-Audi è troppo grande per crollare: «Gli Usa hanno un mercato marginale per Volkswagen con l’aggiunta di controlli sulle emissioni più esasperati rispetto all’Europa. Solo, mi resta la sensazione che solo coi nuovi controlli sulle altre case il bubbone scoppierà del tutto».
«Quella di Volkswagen è una figuraccia che penalizzerà l’economia nel suo complesso, ma per costruire un’auto a partire dal progetto servono mesi per produrla ed è molto difficile che ora questo fattore esterno interrompa interi processi già programmati». Giulio Azzoni, alla guida della “Luigi Azzoni” di Lecco che distribuisce componenti in buona parte per l’automotive spiega che nella sua attività non sta assistendo a nessuna disdetta di forniture legata allo scandalo Volkswagen, che secondo lui «si chiuderà con una multa, magari messa in conto, e forse non solo da Volkswagen, a fronte dei tanti vantaggi economici già maturati imbrogliando sulle emissioni. Lavoro molto con la Germania – aggiunge – che da tempo è lontana dall’immagine impeccabile di una volta. Sul caso del giorno ipotizzo effetti minimi e non sul breve periodo per quello che è un problema limitato a un solo tipo di motore. Ora – aggiunge Azzoni – c’è enfasi ed emotività sulla vicenda, ma ricordo che ci sono fattori più dirompenti, come la perdita delle forniture in Russia o le conseguenze dei mancati business che le aziende locali stanno subendo per le tensioni in Medioriente a creare veri danni all’economia».
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