Nel solaio 70 chili di droga
Donna lecchese nei guai

Nascosti nel solaio la guardia di finanza aveva trovato 68 chili di droga, per la precisione 43 chili di eroina e 25 di cocaina, per un valore di mercato che superava i due milioni di euro. E giovedì 12 maggio il caso è stato discusso in tribunale a Monza dove il pubblico ministero ha chiesto condanne tra i sei e i dieci anni, diversificando solo di una lecchese di 41 anni, per la quale è stata chiesta la condanna a quattro anni.

g.morassi

LECCO - L'estate scorsa, nascosti nel solaio gli agenti del Gico avevano trovato 68 chili di droga, per la precisione 43 chili di eroina e 25 di cocaina, per un valore di mercato che superava i due milioni di euro. E giovedì 12 maggio il caso è stato discusso nell'udienza nel tribunale di Monza dove il pubblico ministero ha chiesto condanne tra i sei e i dieci anni, diversificando solo la posizione di Simonetta Airoldi di 41 anni, originaria di Lecco, per la quale è stata chiesta la condanna a quattro anni. Queste le richieste di condanna formulate dal sostituto procuratore di Monza Alessandro Pepè durante l'udienza celebrata giovedì di fronte al gup Giovanni Gerosa, il quale, dopo le conclusioni del pm, ha lasciato la parola ai legali della difesa (gli avvocati Stefania Fiorentini, Franco Gandolfi, Ivan Colciago, Marco Mazzali e Stefano Pelizzari) e ha rinviato il processo (che si celebra col rito abbreviato) per la pronuncia della sentenza. La pubblica accusa ha differenziato le richieste di pena, chiedendo 10 anni per i due italiani, 4 anni per la donne, e infine sei anni per i due albanesi. La vicenda, che risale a settembre dello scorso anno, ha avuto luogo tra i Comuni di Giussano e Verano Brianza. L'operazione era stata condotta dai militari del Gico della Guardia di Finanza di Milano. Gli specialisti delle Fiammme Gialle si erano presentati alla porta di Mauro Sabbatini, 41 anni, giussanese residente a Verano con la moglie Simonetta. Qui i militari avevano rinvenuto di droga e per la donna erano scattate le manette. Al momento dell'arresto, il marito si trovava all'estero. Al rientro in Italia, era stato a sua volta portato in carcere. Dopo il primo blitz, i finanzieri si erano spostati a Giussano a casa di Roberto Sabbatini, cugino di Mauro. Sempre nella stessa operazione, poi erano stati arrestati i due immigrati albanesi, senza fissa a dimora, sempre a Giussano nelle vicinanze dell'abitazione di Roberto Sabbatini. Ancora nel medesimo contesto investigativo, erano state condotte una serie di perquisizioni che avevano anche portato al rinvenimento di un revolver calibro 38 special con matricola abrasa in possesso di Mauro Sabbatini. In totale, erano stati sequestrati 68 chilogrammi di droga: 43 di eroina e 25 circa di cocaina, per un valore commerciale di due milioni di euro. L'esito del processo non sembra così scontato, a partire, per esempio, dalla posizione della donna. Il giudice, infatti, potrebbe ritenere non effettivamente provato il suo coinvolgimento nel traffico di droga, del quale avrebbe anche potuto non essere a conoscenza, così come ha sottolineato il suo avvocato della difesa, il legale Stefano Pelizzari. Lo stesso per uno dei due albanesi; in particolare quello che è rimasto in macchina ad aspettare il connazionale, che era andato nell'appartamento di Giussano a ritirare due chili e trecento grammi di droga, custoditi in uno zaino.

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Sabato 14 Maggio 2011

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