Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 29 Marzo 2019
Nel meleto a 92 anni: «È la mia vita e poi... la pensione non basta»
Paolo Bondio, di Ponte in Valtellina, non si ferma un attimo. A 5 anni già portava la terra nelle vigne con la gerla. Produce fra i 300 e i 400 quintali di mele, «per campare»
Il 24 aprile compirà 92 anni Paolo Bondio di Ponte in Valtellina. Eppure a vederlo non li dimostra affatto. Lo incontriamo mentre sta togliendo delle erbacce dal giardino di fronte a casa, un lavoretto da poco intanto che aspetta di incontrarci, diversamente sarebbe «andà dré a sass», ci dice, cioè avrebbe dovuto caricare i sassi sul trattore per portarli via. Le mani sono nere “di lavoro” ed, infatti, dice che è «dré anca al motor», cioè sta sistemando qualcosa al motore. Insomma Paolo Bondio, agricoltore da una vita, non vuole saperne di starsene fermo alla sua età.
Lo incontriamo nella sua casa, poco prima della chiesa di San Gregorio, in quella via intitolata agli alpini – lui è alpino – che proprio Bondio ha caldeggiato. Al suo fianco le figlie Lidia e Brunella (ma ha anche due nipoti e due pronipoti) che lo guardano con occhi pieni di orgoglio e riconoscenza per quanto ha fatto nella vita. Una vita dedicata alla terra e alla campagna. Aveva solo cinque anni Paolin – come lo chiamano le figlie – e già portava nella gerla la terra nelle vigne con il papà, perché «quando si cavava “i vigni” la terra scendeva e, in primavera, bisognava riportarla su». A sei anni, insieme ad alcuni compagni di scuola, prima di entrare in classe facevano un viaggio «fino ai monti» con la calce e poi arrivavano a scuola un’ora dopo. Altri tempi. «Ho sempre lavorato la campagna insieme al papà e, ai monti, avevamo una decina di bestie e capre – racconta Paolin -. Quando sono tornato dal militare lavoravo i prati dei signori come mezzadro; tagliavo il fieno, metà lo davo ai proprietari dei campi e metà lo tenevo io. Ho fatto tutto gradualmente, acquistando pian piano un pezzetto di terra fino ad oggi quando ne ho quasi due ettari che coltivo a mele e uva. Ho anche fatto il corso di casaro e lavorato per qualche anno alla Latteria di Chiuro, ma non ho mai mollato la campagna». Bondio, che fa parte della Cia (Confederazione italiana agricoltori), ricorda di essere stato uno dei primi iscritti alla Coldiretti. Oggi produce in media fra i 300 e i 400 quintali di mele all’anno.
Interviene la figlia Lidia: «Papà, spiega perché ancora oggi a 92 anni lavori in campagna. Chiedi che il ministro dell’Agricoltura venga a Ponte in Valtellina, perché non basta essere alla scrivania, bisogna conoscere chi a 92 anni sta con la schiena piegata sulla terra e perché». E il perché è la pensione: «Prendo una pensione di 507 euro al mese che, con la trattenute a volte diventano 438 euro – racconta Bondio -. Come potrei vivere con solo questa? Dalla casa di riposo mi faccio portare il pranzo che costa 10 euro al giorno. In pratica la pensione mi basterebbe per mangiare una volta al giorno... e con quei soldi non potrei neppure pagare le bollette. Quanto alla produzione frutticola fra gasolio, trattamenti, assicurazione della grandine, acqua per annaffiare se arrivo in pari è già buona cosa. La mia passione è stata in campagna, questo è certo, ma lo faccio anche perché ne ho bisogno per campare».
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