Cronaca / Lecco città
Mercoledì 24 Maggio 2017
Nel film di Veltroni
il caso Patrolline
Presentato a Milano il documentario realizzato sulla società di Albavilla salvata dai lavoratori, a fine anni Ottanta il primo antifurto per moto, il rischio fallimento e la svolta con la nascita della cooperativa
La felicità reale è quella condivisa, anche nel lavoro. Il messaggio passa da “Indizi di felicità”, il documentario di Walter Veltroni, e dai volti dei protagonisti: tra di loro i lavoratori che hanno salvato la loro azienda e hanno dato vita alla sfida imprenditoriale di successo di nome Patrolline.
Così Como è entrata nell’opera del regista come esempio per battere la crisi: con competenze e valori.
All’Anteo di Milano lunedì splendevano di felicità il presidente Angelo Chianese e Carolina Beretta, tra gli invitati ufficiali per la prima del film prodotto da Palomar e Sky Cinema e distribuito da Nexo Digital. Ma questa è la storia di una cooperativa: quindi si sono acquistati i biglietti per tutti quelli del gruppo che potevano essere presenti.
Tra vip come Ilaria D’Amico e Antonio Albanese ad aspettare l’inizio della proiezione e il momento in cui sullo schermo sarebbe approdata la loro storia. Lo scorso autunno Veltroni era arrivato ad Albavilla e aveva trascorso un paio d’ore con loro, facendo raccontare la loro storia.
«Sì, eravamo molto emozionati - spiega Chianese - e ci chiedevamo, chissà come siamo stati, non siamo attori. C’erano oltre venti storie e il nostro turno è giunto una quarantina di minuti dopo… Ma il tempo è volato, perché abbiamo vissuto le altre vicende. E diversi dei protagonisti, poi li abbiamo voluti conoscere». Come Sami Modiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, o Martina Gasperotti che si trovava a New York in una delle Torri Gemelle, o ancora Nunzio Torri al quale i medici avevano dato sei mesi di vita, invece batte la malattia e non solo.
Poi arriva il momento della storia comasca: la crisi, in questo caso, da sconfiggere. Ed ecco Patrolline, che rinasce grazie ai sacrifici di tutti (nove soci e due dipendenti). Che riparte dalle ceneri del gruppo che a fine anni Ottanta creò il primo antifurto per moto, con clienti come la Piaggio, poi la Ducati e altri marchi ancora. Oggi questa squadra ne produce per auto e motocicli, come pure per bici elettriche e nautica. E non solo: è entrata nel settore delle macchine da caffè a uso professionale.
Doveva crollare tutto, invece esporta in Marocco, Tunisia, Ecuador e Colombia e si addentra in Bosnia, Estonia, Ungheria. La loro vittoria conquista la platea dell’Anteo, il portiere Gigi Buffon si fa fotografare volentieri con loro.
Perché sono i veri campioni? «No – replica il presidente della cooperativa –siamo persone normali, che non hanno voluto cedere. Non ringrazierò mai abbastanza Michele Piscitelli di Confcooperative che ci ha incoraggiati e guidati. Siamo felici di essere in questo film? Sicuramente e il 13 giugno Veltroni ci ha confermato che sarà con noi a Como a presentarlo. Ma la gioia è se riusciamo a convincere chi magari si trova nelle nostre stesse difficoltà a non arrendersi».
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