Cronaca / Lecco città
Mercoledì 08 Aprile 2015
«Nei cantieri edili
con i contratti agricoli»
La denuncia del presidente di Ance Lecco: «In questo modo si incassano benefici con minori costi»
«Così si giustificano i forti ribassi nelle gare per ottenere gli appalti pubblici. È concorrenza sleale »
Nella catena dei subappalti edili ci sono imprese che applicano il contratto dell’agricoltura, con i relativi vantaggi di costo.
La denuncia è di Sergio Piazza, presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Lecco. Il settore è in attesa della revisione del codice degli appalti. Non si sa quanto la riforma porterà beneficio ai piccoli, alle prese con una riforma mancata, quella sullo snellimento burocratico, e - dice Sergio Piazza - «con la mancanza di alcuni adeguati controlli in subappalti di lavori pubblici anche nella nostra provincia, dove stiamo esaminando situazioni in cui – spiega – vengono inserite nella catena di realizzazione di opere pubbliche appaltate magari con sconti del 40% aziende che hanno il contratto dell’agricoltura. È evidente – aggiunge il presidente Ance – che questa è concorrenza sleale per le nostre imprese visto che l’agricoltura ha, giustamente se il lavoro viene svolto per quel settore, una serie di agevolazioni e minori costi, che gli edili non hanno».
Alla vigilia della 32ma edizione di Meci, la fiera dell’edilizia civile e industriale che si svolgerà da sabato 11 a lunedì 13 a Lariofiere, il mercato immobiliare lecchese interpreta i primi deboli segnali di un risveglio d’interesse che si manifesta da gennaio scorso con un aumento di visite nei cantieri e nelle agenzie immobiliari, ma che ancora stenta a tradursi in compravendite.
Ad aspettarsi che qualcosa presto possa cambiare sono anche i costruttori di Ance che guardano ai dati di cassa edile che in termini di massa salari e ore lavorate non stanno mostrando miglioramenti nei primi mesi del 2015, dopo un 2014 chiuso ancora in flessione (-8,49% sulle ore lavorate, che si attestato a 4,1 milioni) e sulla massa salari (-7,89%, per un volume di 44,628 milioni di euro).
Fra le possibili vie di ripresa del lavoro ora i costruttori di Ance, ma anche gli edili dell’artigianato, si aspettano che il pressing che da mesi stanno esercitando sul Governo in vista della riforma del codice degli appalti presentato ieri in Senato e che andrà in approvazione entro fine anno, che fra l’altro punta sull’inserimento di criteri reputazionali e di un rating di legalità per le aziende appaltatrici.
Sotto la lente della riforma c’è il ruolo delle grandi imprese, i general contractor istituiti dalla legge obiettivo nel 2001, mentre ciò che chiedono i piccoli è il frazionamento di grandi appalti, in modo da permettere la loro diretta partecipazione con controllo dei costi eseguito direttamente dall’ente appaltante.Non si sa quanto la riforma porterà beneficio ai piccoli, alle prese con una riforma mancata, quella sullo snellimento burocratico.
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