Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 10 Luglio 2017
Negri e Marveggio premiati al Ciapél
Insieme a Ferrari
Pro loco di Castione in cabina di regia nel trofeo dedicato ai piccoli viticoltori del territorio con la definizione dei migliori nelle tre categorie
Centra il bis Valerio Negri, viticoltore di Castione, vincitore nel 2016, che trionfa anche quest’anno nella categoria Valtellina Superiore Docg. Il miglior vino Valtellina Doc arriva da Mossini, prodotto da Luigi Marveggio, invece da Paniga svetta nella categoria Terrazze Retiche Igt Carmelo Ferrari. Sono loro i vincitori del Ciapél d’Oro 2017, ambito trofeo dedicato ai piccoli viticoltori del territorio, promosso dalla Pro loco di Castione.
Affollata e partecipata la cerimonia di premiazione, cui nel tardo pomeriggio di ieri ha fatto da cornice l’auditorium “Leone Trabucchi” di recente inaugurato, dove a fare gli onori di casa hanno pensato la presidente della Pro loco Michela Mozzi e il sindaco Massimiliano Franchetti.
«Castione e Nebbiolo sono un binomio inscindibile, che va ben oltre la viticoltura eroica: dietro a ogni bottiglia ci sono dei volti e parecchia fatica - la sottolineatura di Mozzi durante la cerimonia di premiazione della kermesse -. Il Ciapél d’oro non ha manie di grandezza, ma è fatto di tanti volontari, a cui va il mio grazie».
«Volontari che credono nel loro paese e che si danno da fare per dare lustro al lavoro dei viticoltori, grazie al quale ci è stato consegnato questo patrimonio», la sua considerazione. «Ringrazio infinitamente la nostra Pro loco - ha aggiunto Franchetti -, che svolge un grande lavoro per il paese, per la promozione di Castione e del vino valtellinese».
Un patrimonio quello dei terrazzamenti, che può ancora ambire a diventare patrimonio dell’Unesco, ha voluto puntualizzare il presidente della Coldiretti Alberto Marsetti: «Non è un percorso perso: credo che si possa ancora raggiungere - la sua considerazione nel corso dell’evento andato in scena nel pomeriggio di ieri -. In questi anni si è lavorato molto per l’immagine del vino valtellinese, ma poco per chi mantiene i terrazzamenti: il mio auspicio è che si faccia di più».
Il vice presidente della Provincia, oltre che consigliere con delega all’agricoltura Christian Borromini ha rimarcato come il Ciapél d’oro sia diventato «fiore all’occhiello della nostra provincia». Borromini ha pubblicamente ringraziato «i piccoli viticoltori per la manutenzione del territorio, che significa turismo e benessere. Il loro lavoro porta la Valtellina nei primi posti con la nostra enograstronomia».
Concetto, questo, ribadito anche dal consigliere provinciale con delega al turismo Franco Angelini: «Il turismo valtellinese si basa sul territorio e sull’opera dell’uomo, che crea questi ambienti sovrannaturali, che sono le vigne». «Mi fa piacere parlare di eccellenze in un auditorium come questo che è davvero un’eccellenza», il gioco di parole di Dario Ruttico, vice presidente della Comunità montana di Sondrio, che nel corso del suo intervento ha assicurato «massimo impegno e attenzione degli enti nei confronti di chi opera sui terrazzamenti: le persone che lavorano su e per il nostro territorio vanno gratificate».
«Il vino nasce dalla vigna, in particolare dipende dalla scelta del vitigno – è stata la considerazione proposta da Nello Bongiolatti della Fondazione Fojanini -, della Chiavennasca, termine che deriva dalle parole “ciù” e “vinasca”, ovvero più “vignosa”».
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