Cronaca / Lecco città
Mercoledì 04 Maggio 2016
Negozi e imprese del turismo
Venerdì 6, sciopero e presidio
La protesta proclamata a sostegno della vertenza
Il sindacato: «Trattative interrotte a causa della rigidità degli imprenditori»
I lavoratori del turismo e del commercio scendono in piazza questo fine settimana. Le organizzazioni sindacali territoriali di Cgil, Cisl e Uil, domani terranno un presidio di fronte al Mc Donald’s di Lecco, in lungolario Isonzo 13, dalle 10 alle12, in adesione allo sciopero nazionale, indetto per venerdì 6, che vede coinvolti i lavoratori e le lavoratrici del turismo, delle mense, delle terme e delle farmacie.
Dopo più di due anni, infatti, non sono stati ancora rinnovati i contratti nazionali di lavoro. «Le trattative – dichiarano i sindacati - sono state rotte a causa delle rigidità e dell’atteggiamento dilatorio mantenuti dalle organizzazioni datoriali. Le stesse hanno posto alle organizzazioni sindacali nazionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs, come condizioni, ai medesimi rinnovi, un grave arretramento rispetto ai diritti acquisiti, sia economici che normativi, il che è stato ritenuto inaccettabile. Le organizzazioni sindacali registrano una distanza incolmabile tra le richieste avanzate nelle piattaforme rivendicative unitarie e le posizioni delle controparti».
Ma non c’è sola questa di agitazione nel week end lecchese. Sabato 7 è stato indetto uno sciopero a livello nazionale dei lavoratori della MediaWorld. Sono coinvolti ovviamente anche i dipendenti del punto vendita lecchese del Bione, che sciopereranno tutta la giornata. Nel pomeriggio di sabato vi sarà un presidio sindacale dalle 14 alle 17.30.
Sulle motivazioni che hanno spinto i sindacati a indire lo sciopero, abbiamo chiesto spiegazione a Stefania Sorrentino segretaria generale della Filcams Cgil di Lecco: «Abbiamo avuto un incontro con la proprietà per discutere degli ammortizzatori sociali di cui l’azienda sta usufruendo. Ci siamo sentiti rispondere che la MediaWorld non ha più intenzione di ricorrere agli ammortizzatori per una questione di esuberi. La proposta che ci è stata fatta prevedrebbe una serie di trasferimenti inaccettabili. Non si parla di trasferire dei dipendenti da Lecco a Milano, ma, faccio un esempio, da Roma a Palermo e simili, ovvero si tratta di una forma “elegante” di licenziamento. È, infatti, improponibile che persone che guadagnano da 800 a 1000 euro al mese possano permettersi trasferimenti del genere».
Ecco allora lo sciopero di sabato: «Abbiamo chiesto alla proprietà di rinnovare gli ammortizzatori anche per avere il tempo di discutere la grave situazione che si è andata creando e che lede i diritti dei lavoratori».
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