Cronaca / Lecco città
Martedì 05 Dicembre 2017
«Negli investimenti
superati i tedeschi»
La ripresa si sta consolidando anche grazie all’aumento registrato negli acquisti di macchinari, Quintavalle (Confartigianato): «Ma le piccole aziende segnalano una diminuzione dei prestiti dalle banche»
La ripresa c’è e riguarda anche Lecco, ma è necessario imprimere un’accelerazione più marcata all’economia del Paese per tenere il passo di tutti gli altri stati europei, nei confronti dei quali l’Italia è un po’ in ritardo. Intanto, comunque, aumenta il livello degli investimenti, utilizzati soprattutto ai fini dell’innovazione dei processi produttivi specialmente nelle piccole imprese.
«La ripresa c’è, ma è ancora debole rispetto ai competitor – ha spiegato Enrico Quintavalle, direttore del centro studi di Confartigianato -. Una situazione, questa, che accomuna l’Italia al Regno Unito, anche se bisogna segnalare che la Lombardia (come la Spagna) nel 2017 è riuscita a mettere la testa fuori dal lungo tunnel della crisi».
In questo senso, parla chiaro il tasso di crescita del Pil, che vede il vecchio continente trainato da Malta (+5,3%), Romania (+5%), Irlanda (+4,4%), Slovenia (+4,3%) e Polonia (+4%), mentre Italia e Regno Unito sono tristemente i fanalini di coda, con un identico +1,4%.
Il raffronto con la situazione del Pil nel 2007, però, è ancora più esemplificativa: l’Italia perde ancora 6,2 punti percentuali, mentre la Lombardia si è ormai praticamente tirata fuori dalla crisi, con un -0,6% che l’avvicina alla parità. Il dettaglio dell’andamento della prima parte di quest’anno (gennaio-settembre) premia in particolare la produzione manifatturiera, che si attesta sul +2,7% (+1,7 un anno fa), mentre le costruzioni segnano ancora il passo (-0,1%, contro il -0,2% del 2016). Raddoppia il fatturato dei servizi nel primo semestre (+3,5%, era 1,8%), mentre anche il commercio al dettaglio stenta, ma mette a segno almeno una variazione positiva, seppure minima (+0,4%).
Di rilievo, però, c’è un altro ambito: quello degli investimenti, uno dei principali driver della crescita.
«Il livello degli investimenti aumenta in modo sensibile – ha aggiunto Quintavalle -. La domanda di macchinari è tornata a crescere, trainata dalla domanda interna stimolata da Industria 4.0, che ha permesso di superare in modo consistente, su questa partita, anche la Germania. C’è però da segnalare una diminuzione dei prestiti concesse alle piccole imprese rispetto a quelle medio grandi. A parità di rischio, i tassi pagati dalle realtà di minori dimensioni sono più elevati: anche in questa fase di tassi bassi, le imprese scontano un gap di competitività».
A spingere, negli investimenti per l’innovazione, sono soprattutto le piccole imprese (53,7%), rispetto alle medie (37,8%) e alle grandi (24,4%). Viceversa, sono le aziende di maggiori dimensioni a investire di più su ricerca e sviluppo (58,2%), contro il 47,5% delle medie e al 30,1% delle piccole.
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