Cronaca / Lecco città
Sabato 09 Giugno 2018
Multa da 30 milioni
Cartello dei camion
Antitrust: premiata la class action degli autotrasportatori a cui hanno partecipato anche 40 soci della Cna del Lario. «Prezzi gonfiati»: sanzionati sette marchi top del settore
Ci sono anche 40 autotrasportatori della Cna del Lario e della Brianza fra le 1.500 imprese italiane di Fita-Cna premiate nei giorni scorsi dall’antitrust per aver promosso e vinto la class action contro il “cartello dei camion”, sette marchi top di settore che si sono alleati imponendo per anni al mercato prezzi gonfiati allo scopo di assorbire i maggiori costi previsti per il controllo delle emissioni.
L’azione collettiva ha portato a un risarcimento complessivo di 30 milioni di euro per 7.000 automezzi a livello nazionale, di cui 250 sul territorio della Cna locale.
«Partecipare alla class action di Cna – ci dice Laura Gaddi, titolare della “Autotrasporti Gaddi Walter” di Mandello del Lario – ci ha fatti sentire meno soli di fronte a un’evidente ingiustizia. Nel corso degli anni noi abbiamo comprato da una delle case produttrici coinvolte tre mezzi, ora vediamo riconosciuti i nostri diritti con l’appoggio della categoria, che si è fatta promotrice per tutelarci».
Il “primo premio antitrust 2017” per la categoria “associazioni d’imprese” è stato dunque assegnato a Fita-Cna per la campagna in favore degli autotrasportatori italiani danneggiati dal “cartello”, che ora otterranno il recupero dei capitali illecitamente sottratti alle imprese fra il 1997 e il 2011: anni in cui il “cartello”, costituito dal gotha dei produttori di camion, è stato attivo. Rimborsi che a Lecco riguardano in totale 250 automezzi (7.000 nazionali) delle imprese che hanno preso parte alla campagna “insieme per una giusta causa” e che nel periodo indicato hanno comprato, preso in leasing o noleggiato a lungo termine un camion di medie o grandi dimensioni.
Tutto era iniziato il 19 luglio 2016, quando da Bruxelles la Commissione europea diffonde a mezzo stampa l’informazione sull’esistenza accertata di un cartello costituito dalle principali case costruttrici di imprese autocarri medi (tra 6 e 16 tonnellate di peso), e grandi (oltre le 16 tonnellate).
Un cartello costituito dai grandi marchi del settore che «per quattordici anni – spiega la nota dell’Ue – hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi degli autocarri e sul trasferimento ai clienti dei costi per conformarsi a norme più rigorose in materia di emissioni». Risultato: una multa record imposta dalla Ue per quasi tre miliardi di euro, per aver «artatamente aggravato – secondo quanto afferma Fita-Cna presentando i propri calcoli – i costi di ogni mezzo tra il 10 e il 20% del prezzo finale: in pratica fra i 10 e i 20.000 euro».
«Fita-Cna – spiega una nota associativa – ha promosso, per prima in Europa, un’azione collettiva a cui le imprese hanno potuto aderire senza anticipare spese, senza rischiare nulla in caso di sconfitta e avvalendosi di professionisti esperti nel campo della tutela della concorrenza e del contenzioso civile».
Dopo la decisione della Commissione Ue è dunque partita la class action contro le imprese costruttrici (“si tratta – afferma una nota di Fita-Cna - di Daf, Mercedes, Iveco, Man, Volvo, Renault Truck e Scania”), senza coinvolgere in alcun modo i concessionari locali, col risultato che “Fita-Cna sta collezionando emuli in Europa”, visto che a seguito dell’azione italiana anche gli autotrasportatori di Belgio, Francia e Spagna hanno avviato loro ricorsi.
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