La pacifica invasione dei guzzisti di mezzo mondo a Mandello, ha confermato un fenomeno incredibile, capace di movimentare migliaia di persone nel nome del marchio dell’aquila. Sono stati tre giorni strepitosi, in cui Mandello è vissuta in una dimensione parallela rispetto alla normalità. Durante i raduni dei guzzisti in questo paese del lago vige un disordine organizzatissimo, capace di stupire ogni volta e che la dice lunga sulle qualità umane di questi amanti della Guzzi. Sarebbe però troppo superficiale limitare il tutto entro la categoria del folcloristico. Siamo di fronte ad un fatto che ha risvolti turistici ed economici che non possono essere passati in secondo piano. Ma andiamo con ordine. Dall’esterno molti si chiedono il perché di questa autentica passione.
E la risposta la si trova nel volume “Moto Guzzi. Quando le moto hanno un’anima” (Oscar Mondadori), curato da Goffredo Puccetti. In queste pagine c’è una radiografia puntuale dell’anima guzzista. Si affronta il fenomeno in ogni sua angolazione, si entra nel cervello e nel cuore di chi, alla domanda «di che razza sei?», risponderebbe senza pensarci «Sono un guzzista».
Nel capitolo “Senza speranza”, Piero Pintore affronta addirittura il delicato tema della psicopatologia del guzzista, arrivando a sostenere che l’amore per la Guzzi «più che un’anomalia è un disturbo del carattere, e, in quanto tale, incurabile», anche perché, conclude, «la maggior parte dei possessori di una Moto Guzzi ha in cima ai suoi desideri l’acquisto di un’altra Moto Guzzi». Questo è il retroterra “animale”, la passione senza mezzi termini che spinge tanta gente a Mandello. Il fenomeno è consolidato, sarebbe un errore madornale continuare a meravigliarsi. Quello su cui occorre riflettere sono le conseguenze di questa invasione che non riguarda solo Mandello ma un intero territorio. Tutti gli alberghi ed i B&B delle località della nostra provincia sono stati occupati dai guzzisti ed il fatto che siano tutti o quasi stranieri aumenta la portata economica dell’avvenimento. Si sta parlando tanto di turismo in questo periodo e la Guzzi si dimostra un’attrattiva incredibile, che dobbiamo valorizzare sempre di più.
I tour operator e gli analisti del fenomeno turismo sul nostro lago, ci dicono che nel giro di qualche anno il brand “Lago di Como” esploderà, ovvero che sempre più stranieri arriveranno da noi e non possiamo farci trovare impreparati.
E’ arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, ovvero di creare nuove strutture dedicate al turismo. E questo è un discorso che vale per Lecco, ma anche per tutto il territorio, Mandello compreso. In tema di turismo dobbiamo fare un salto di qualità pari alla fama che la Guzzi coltiva nel mondo intero. L’anno scorso in visita ala Museo della Guzzi è arrivato il famoso industriale della pasta Giovanni Rana. Le prime consegne dei suoi prodotti le faceva proprio con un Guzzino. «Il mio Guzzino ce l’ho ancora – ci aveva detto – ma ne ho comprati altri esemplari ed in ogni nuovo sito che inauguriamo ce n’è uno. Lo si trova anche a New York nel nostro ristorante «Pastifico & Cucina». Diciamo che ormai il Guzzino è una sorta di marchio di fabbrica». Ecco, dobbiamo essere pronti ad accogliere coloro che da New York arriveranno a vedere dove diavolo è nata una moto del genere. Ma lo dobbiamo fare subito perché intorno alla Guzzi c’è un lago e ci sono delle montagne che aspettano solo di essere conosciute e noi dobbiamo imparare a farle conoscere.
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