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Venerdì 03 Maggio 2013
Morti bianche sul lavoro
In 45 anni cancellato un paese
E quest'anno sono già quattro i nomi inseriti nel libro della memoria conservato nella chiesa di Colda e nel quale ogni anno il primo maggio vengono registrati le vittime sul lavoro
SONDRIOSono quattro i nomi inseriti nel libro della memoria conservato nella chiesa di Colda e nel quale ogni anno il primo maggio vengono registrati le vittime sul lavoro. Nel 2012 sono morti per incidente sul posto di lavoro Ivo Cusini, Ennio Andrea Della Vedova, Giorgio Salvadori ed Eros Vedovatti. Ma da quest'anno nel libro, creato nel 1967 da padre Giuseppe Oldrati, vengono segnati anche coloro che sono morti per malattie professionali. E nel 2012 sono stati tredici: non hanno nome questi morti, la legge sulla privacy impedisce all'Anmil di conoscere chi sono questi lavoratori morti per malattie contratte sul lavoro.
«È inammissibile che per colpa della legge sulla privacy non possiamo invitare i familiari di queste persone per ricordarle proprio come avviene, invece, per le vittime degli incidenti sul lavoro - ha protestato il presidente provinciale dell'Anmil, Emilio Giacomelli -. Per questo chiedo alle autorità di aiutarci e per poter rendere onore anche a queste vittime che hanno dato la loro vita per la prosperità della Valtellina».
L'Anmil, l'associazione nazionale morti e invalidi sul lavoro, ha scelto la via della prevenzione con una serie di giornate nelle scuole per parlare di sicurezza, un approccio come arma per mettere fine a questa piaga: «Si parla tanto di abolire i piccoli Comuni - ha detto Giacomelli -, ma va detto che un Comune e non tanto piccolo è già stato cancellato. Dal 1967 ad oggi sono morte sul lavoro 1.512 persone nella provincia di Sondrio, l'equivalente della popolazione di un intero paese, e nemmeno fra i più piccoli».
Il legame con la scuola è stato testimoniato dalla presenza del provveditore, Nicola Montrone, e del presidente provinciale degli artigiani, Gionni Gritti, che sostengono l'Anmil in questa iniziativa. E di lavoro ha parlato anche il primo cittadino di Montagna, Barbara Baldini: «Come ogni anno ho consegnato il 25 aprile la costituzione ai neo diciottenni del paese, ma mi sono sentita in imbarazzo dicendo che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, proprio adesso che il lavoro, anche per i giovani, non c'è. In un momento così delicato sul lavoro con tutto quello che ne consegue è ancora più importante il ruolo dell'Anmil».
Anche il presidente della Provincia, Massimo Sertori sta toccando con mano le difficoltà della popolazione per il lavoro: «Abbiamo allestito un numero verde per chi è in difficoltà e dopo aver parlato con gli psicologi c'è gente che arriva a parlare anche con me. Ho visto situazioni drammatiche, di gente che faceva una vita normale e all'improvviso dopo una separazione e la perdita del posto di lavoro, va alla Caritas per poter avere un pasto caldo».
La cultura della sicurezza è stata indicata come via da seguire sia dal consigliere regionale Ugo Parolo che dal presidente degli artigiani, Gritti, e da Mirko Dolzadelli, quest'ultimo in rappresentanza del sindacato.
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