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Martedì 12 Marzo 2013
Morbegno, la minoranza
approva l'istituto scolastico unico
Il consigliere Andrea Ruggeri critica la gestione fatta dell'argomento dall'amministrazione Rapella, però, allo stato attuale la scarsità di risorse e di edifici utilizzabili renderebbe difficile dare corso a un secondo nucleo scolastico attorno alle Damiani
MORBEGNO - «Non ci sono strutture sufficienti per dividere le scuole: meglio un istituto unico». Alla vigilia del consiglio comunale di mercoledì sera, la minoranza comunale morbegnese ufficializza la sua posizione in tema di dimensionamento scolastico, che sta facendo discutere da un mese a questa parte a scuola, fra i genitori e in Comune e sulla quale metteranno la parola fine Provincia e direzione Istruzione del Pirellone.
Non prima, però, dell'esaurirsi del dibattito fra i vari soggetti interessati. Il gruppo consiliare di minoranza innanzitutto entra nella questione del metodo con cui l'amministrazione ha condotto la partita. «Dimostrando, per l'ennesima volta, la totale inesistenza di programmazione amministrativa a lungo medio termine - spiega Andrea Ruggeri -. C'è poi da sottolineare la poca costruttività dimostrata dall'amministrazione che, escludendo dal dialogo iniziale la minoranza, ha contribuito in buona parte a favorire la frammentazione delle posizioni poi espresse, acuendo nel sentore cittadino l'annosa questione della distinzione tra la Morbegno al di sopra e quella al di sotto della ferrovia. Poi sono almeno dieci anni che si parla della questione in oggetto, mentre si vuole fare sembrare che imposizioni regionali siano calate dall'alto in modo improvviso».
Il gruppo poi, pronto comunque al confronto in consiglio, prende posizione sulla scelta da compiere per il futuro delle scuole: fra l'ipotesi "accorpamento o divisione" dei due istituti, la minoranza propende per la prima soluzione. «Le strutture attuali, per quanto migliorabili, sono sostanzialmente sufficienti - dicono -. Riteniamo necessario considerare le legittime istanze dei residenti della Morbegno a nord della ferrovia, in termini di servizi».Proprio per questa ragione secondo l'opposizione nel caso in cui si scegliesse per la divisione, ci si troverebbe di fronte a strutture inadeguate, a un, «seppur lieve», abbassamento del livello complessivo della qualità del servizio, ad un lieve miglioramento nell'accessibilità.
«La costituzione di due istituti comprensivi distinti, ad oggi, sarebbe ipotizzabile solo ove fossimo in grado di garantire un rapido adeguamento delle strutture - rimarca Ruggeri -. Ma, oggettivamente, ne mancano sia le risorse, sia i tempi. Senza dimenticare che, se si volesse investire sulla scuola "Damiani", rimarrebbero scoperte le promesse di intervento sulla "Gianolo" di Campovico».
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