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Sabato 23 Marzo 2013
Morbegno e la doppia scuola
I genitori: ora tutti a difenderle
Mamme e insegnanti sono determinati: «Quella dei due istituti comprensivi è una visione che sosterremo fino alla fine e che ci auguriamo venga accolta definitivamente dai soggetti competenti, perché è giusto garantire la scelta formativa ed educativa migliore per i nostri figli»
Morbegno - «Quella dei due istituti comprensivi è una visione che sosterremo fino alla fine e che ci auguriamo venga accolta definitivamente dai soggetti competenti, perché è giusto garantire la scelta formativa ed educativa migliore per i nostri figli». In estrema sintesi è questo il sentire comune dei genitori che hanno figli alla primaria Damiani di Morbegno da sempre favorevoli all'istituzione di due comprensivi in città. Così come ne è convinto l'assessore provinciale Costantino Tornadù, che giovedì ha ragionato della questione con le famiglie e le parti sindacali.
Rincuorati dalla presa di posizione dell'assessore, adesso i genitori si aspettano che l'intera giunta provinciale lunedì prossimo faccia propria la visione di Tornadù, in attesa dell'analisi in Regione. Sinora la città del Bitto aveva viaggiato a due dimensioni: l'istituto comprensivo unico Spini-Vanoni e il circolo autonomo Damiani (in deroga alla legge). Dal prossimo anno le cose devono necessariamente cambiare per uniformarsi alla cosiddetta verticalizzazione, cioè la creazione di istituti comprensivi che aggreghino scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado.
«Sulla questione non c'è stata molta chiarezza ci era stata prospettata addirittura un'aggregazione a Cosio, però una cosa per me è fondamentale: dare la possibilità a tutti di trovarsi nella situazione migliore, che significa essere seguiti da vicino, avere a disposizione un servizio ben organizzato, un programma valido, attività extra - dice Michela Mazzoni una delle numerose mamme che ieri aspettavano all'uscita di scuola i loro bambini-. Io sono di Piussogno e ho scelto di portare qui mia figlia, le cose funzionano bene e temo che senza l'esistenza di due istituti lo scheletro su cui si regge questa scuola rischi di venir meno». È d'accordo anche Andrea Franchi che ritiene «necessario tenere separate le due scuole. L'accorpamento sarebbe irreversibile e metterebbe sul piatto il problema della gestione di 1.600 alunni, aule più affollate, mancanza di contatto diretto fra chi è dentro e chi è fuori dalla scuola, ma anche rischio di perdita di posti di lavoro».
Gli fa eco un altro papà,Giorgio Del Nero, che vuole fugare ogni dubbio su ventilati campalinismi fra scuole. «Abito in centro e mio figlio viene a scuola qui: non saranno due passi in più a spaventare un genitore. La vecchia storia delle scuole sopra e sotto la ferrovia non ha senso e certo sarebbe stupido farla passare per la discriminate in base alla quale esprimersi».«Sono d'accordo - afferma Alessandro Brisa -. Credo che due istituti siano meglio perché sarebbe più difficilmente gestibile un accorpamento in un'unica sede così numericamente importante, sebbene l'idea di tenere uniti mi piaccia; poi ci sono i problemi che potrebbero arrivare per Campovico oppure le difficoltà a seguire bene da vicino gli alunni, ma anche i rapporti scuola-genitori».
Preoccupazione che secondo la maestra Sonia Bongetta sarebbe scongiurata con la presenza dei due istituti.«Insegno da 15 anni in questa scuola, in cui abbiamo lavorato su un'offerta educativa creativa, diamo spazio all'individualismo dei bimbi, cerchiamo collaborazioni con enti locali e soggetti come il museo. L'obiettivo è proseguire su questa strada garantendo un livello sia di apprendimento che educativo come l'attuale. Possibile solamente con due istituti, ci crediamo e ci crederemo sempre».
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