Monte Marenzo: Fondmetalli
Attività trasferite in Veneto

La "Fondmetalli" di Monte Marenzo si ridimensiona e parte dei 57 dipendenti rimarranno senza lavoro. Vittorino Lazzaro, titolare dell'azienda che produce nastri e tappeti metallici, lo ha comunicato all'amministrazione provinciale, nel corso di un tavolo di crisi dedicato all'impresa.

g.morassi

MONTE MARENZO - La "Fondmetalli" di Monte Marenzo si ridimensiona e parte dei 57 dipendenti rimarranno senza lavoro. Vittorino Lazzaro, titolare dell'azienda che produce nastri e tappeti metallici, lo ha comunicato all'amministrazione provinciale, nel corso di un tavolo di crisi dedicato alla "Fondmetalli", richiesto dal sindacato e dal comune di Monte Marenzo, per fare luce sulla vicenda.Il proprietario dello stabilimento ha presentato una situazione economica complessa, senza nascondere la presenza di problemi economici e ha quindi annunciato l'intenzione di ridimensionare l'unità produttiva lecchese, abbandonando parte dei suoi 57 lavoratori, di cui 23 donne. Una notizia che i sindacati si aspettavano, perché da tempo questa voce circolava nei reparti: "Ma c'è un'altra notizia, che è ancora più preoccupante – dice Domenico Alvaro della Fiom Cgil – L'azienda ha in realtà trasferito i macchinari che c'erano a Monte Marenzo nel Veneto, in un altro capannone e ha sostituito i suoi dipendenti con i lavoratori di una cooperativa sociale che applicano un contratto diverso da quello metalmeccanico e che quindi possono essere pagati meno delle maestranze di Monte Marenzo". Un problema che è già stato portato all'attenzione del Ministero per le Attività Produttive da parte dell'onorevole Lucia Codurelli: "L'azienda ha avviato un'attività analoga in Veneto utilizzando lavoratori di una cooperativa, pagandoli molto meno e con contratti precari. Quindi la proprietà considera prioritario ridurre i costi del personale e dei processi produttivi, disponendo la dismissione completa dell'unità produttiva, amministrativa e commerciale in Monte Marenzo".
La dismissione dello stabilimento causerà la perdita della quasi totalità dei posti di lavoro, "oltre alla perdita di un altro tassello del sistema industriale della provincia di Lecco – continua l'onorevole - Ho sottoposto la questione al Ministero del Lavoro, sollecitandolo urgentemente a intervenire".

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Domenica 12 Giugno 2011

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