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Giovedì 14 Febbraio 2013
Monte Marenzo: in Eucasting
annunciati 35 esuberi
Alla Eucasting di Monte Marenzo l'azienda che ha avviato una procedura di mobilità per trentacinque dei 76 dipendenti dello stabilimento, di fatto dimezzando la forza lavoro.
Intervento che tuttavia non è andato a buon fine perché a fine mese scadrà la quarta annualità del contratto di solidarietà, quindi non ulteriormente prorogabile per legge. Da qui la presa di posizione dell'azienda che ha avviato una procedura di mobilità per trentacinque dei 76 dipendenti dello stabilimento, di fatto dimezzando la forza lavoro dell'Eucasting.
L'azienda, che in passato aveva acquisito il marchio Fomma, è specializzata nella pressofusione di leghe d'alluminio, e negli anni addietro si era distinta per le innovazioni e l'attenzione alla green economy e alle strategie produttive verdi.
Il titolare, Luigi Mapelli, ha più volte manifestato la volontà di fare il possibile per mantenere nel Lecchese l'attività industriale, nonostante a questo punto si sia visto costretto a procedere alla riduzione del personale per evitare che il peso della forza lavoro, eccessiva rispetto ai carichi di lavoro che si sono ridotti a causa della gelata della crisi economica, provochi la chiusura aziendale. La crisi della Eucasting deriva da una difficoltà di diversificazione produttiva e dalle difficoltà del settore automotive, che rappresenta il 70% del business di riferimento dell'azienda. Entro la prossima settimana l'imprenditore incontrerà il sindacato per definire i termini della situazione e forse, da parte sindacale, ci sarà la proposta di ridurre il numero di esuberi.
L'azienda avrebbe già indicato alcune professionalità che potrebbero essere toccate dagli esuberi, anche se il tentativo del sindacato sarà quello di favorire che in azienda restino le persone con maggiori carichi famigliari e che più hanno bisogno di un lavoro.
L'altra strada che il sindacato cercherà di giocare sarà l'accesso volontario alla mobilità, anche se sarà difficile riuscire a raggiungere questo obiettivo. «La situazione risulta essere complessa - spiegano i sindacalisti lecchesi - anche perché dei 35 lavoratori in esubero nessuno ha raggiunto l'età anagrafica e l'anzianità per poter accedere alla pensione».
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