Monte Marenzo: la "Bettini"
più forte grazie alla Polonia

La "Bettini" a Monte Marenzo ha uno stabilimento con circa 120 dipendenti. Adesso anche grazie a un investimento in Polonia, dove ha creato un insediamento industriale di 2.500 metri quadri, su un terreno di 2 ettari, si è rafforzata e ha quasi concluso un processo di riorganizzazione reso necessario dalla crisi che l'ha investita negli anni scorsi.

g.morassi

MONTE MARENZO - Le imprese possono crescere anche grazie alla delocalizzazione: è il caso della Bettini di Monte Marenzo, azienda attiva sul territorio dal 1875 e specializzata nella produzione di macchine tessili e particolari in ceramica che, grazie a un investimento produttivo in Polonia, ha guadagnato nuove fette di mercato e si avvia sulla strada del completo risanamento industriale. Dopo una stagione difficile, fatta di consistenti perdite nel mercato del meccano tessile, a causa della concorrenza dei Paesi dell'Est che si sono accaparrati la produzione di macchine, la Bettini, che a Monte Marenzo ha uno stabilimento con circa 120 dipendenti, rialza la testa, anche grazie a un investimento industriale, fatto tra il 2006 e il 2008, in Polonia, dove ha creato un insediamento industriale di 2.500 metri quadri, su un terreno di 2 ettari, avvalendosi di agevolazioni fiscali destinate alle zone economiche speciali polacche. Ora nella sede polacca lavorano 35 dipendenti e la maggior parte dei macchinari sono di produzione lecchese, come le presse, a marchio Aida-Manzoni. Tendenzialmente l'apertura di un nuovo stabilimento oltre confine viene vista dalle maestranze e dalla società come un fattore di impoverimento per il territorio, perché il risultato spesso e volentieri è la perdita secca di posti di lavoro. Non è il caso della Bettini, come spiega Marco Farina, amministratore delegato: "La nostra è un'azienda storica del territorio, che ha creato più siti produttivi nel Lecchese, centrati sulla produzione di macchine tessili. Con l'avvento della globalizzazione questo mercato è diventato appannaggio dell'Est europeo e del Far Est, anche se negli ultimi anni si sta verificando un ritorno a Occidente della produzione di macchine tessili ad alto valore tecnologico. Nel 2008 abbiamo deciso di aprire una sede produttiva in Polonia per essere presenti in un Paese che si affaccia sui mercati dell'Est, che abbiamo intenzione di riconquistare. Siamo così riusciti a diversificare la produzione, avvicinare il core business del meccano tessile ai mercati di riferimento, garantire al cliente un prodotto di qualità (forte del know how sviluppato da Bettini negli anni), e un servizio di assistenza veloce, grazie alla vicinanza dello stabilimento polacco ai mercati di riferimento. Il tutto contenendo i prezzi, grazie a un minor costo della manodopera". A guadagnarci non sono stati solo i polacchi, che oggi hanno un'azienda in più, ma anche i lecchesi: "Grazie a questo investimento l'intero gruppo si è rafforzato e alla sede di Monte Marenzo abbiamo potuto concentrarsi su una produzione ad alto valore aggiunto nel settore della ceramica, destinato ai mercati dell'aeronautica, dell'automotive, della nautica, e delle pompe. Questi investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione tecnologica iniziano oggi a dare i primi frutti, anche se la crisi non è ancora stata pienamente superata e il business plan è ancora in fase di realizzazione. L'obiettivo della delocalizzazione, in questo caso è quello di diversificare la produzione, ampliare la gamma di prodotti, per avere maggiori benefici e ritorni economici per l'intero gruppo e soprattutto per lo stabilimento lecchese".

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Giovedì 09 Giugno 2011

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