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Mercoledì 08 Maggio 2013
Molteno: Sandrigarden
Si finiscono gli ultimi ordini
Una quindicina di dipendenti di Sandrigarden, l'azienda di Molteno che si appresta alla chiusura, è rientrata in azienda già martedì per ultimare le ultime commesse.
Terminato il presidio dello stabilimento di Molteno grazie al raggiungimento di un'intesa per l'avvio della cassa integrazione straordinaria di ventiquattro mesi (dodici mesi più altri dodici mesi rinnovabili se almeno il 30% dei 120 dipendenti dell'azienda troveranno una nuova occupazione), il personale commerciale, amministrativo e alcuni responsabili dell'attività produttiva hanno rimesso in moto l'attività. L'intenzione è ultimare quel 10% di commesse rimaste sospese a causa della protesta dei dipendenti che si sono ritrovati da un giorni all'altro in mezzo a una procedura di cessazione dell'attività.
Tuttavia il contrasto fra dipendenti e titolare potrebbe non essere ancora concluso: «La prova del nove sarà venerdì - dice l'Rsu della Fim Luigi Inguscio -, perché l'azienda ha assicurato che entro il 10 maggio pagherà a tutti lo stipendio di aprile. E se non terrà fede alla parola siamo pronti a bloccare nuovamente la fabbrica». La società è stata messa in liquidazione il 3 maggio e lo scioglimento era già stato avviato alla Camera di commercio di Lecco a fine marzo.
Nonostante l'accordo per la cassa integrazione si sia concluso positivamente (resta ancora il passaggio al ministero del Lavoro) a rimane l'amarezza da parte dei sindacalisti Rino Maisto (Fiom) e Pierangelo Arnoldi (Fim) per una trattativa conclusasi troppo in fretta a causa di un ,amcato preavviso da parte della proprietà sulle reali intenzioni di cessazione.
«Alcuni dipendenti rientreranno in produzione la prossima settimana - continua l'Rsu - o comunque non appena verranno forniti i pezzi per la realizzazione dei prodotti finiti. Comunque l'attività impegnerà poche settimane e poi l'azienda chiuderà».
Quello che succederà in seguito è incerto. Infatti la proprietà ha spiegato che al momento l'attività industriale e i marchi non interessano a molti, mentre resta appetibile l'area industriale, sulla quale ci sono tre trattative in corso.
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