Minacce e furti a Villa di Tirano, condannato 36enne

Tra novembre e dicembre del 2022 aveva letteralmente terrorizzato gli abitanti di Villa di Tirano, minacciava gli esercenti e pretendeva di non pagare quello che consumava, infastidiva e intimidiva i residenti, girava con un coltello, metteva a segno piccoli furti e addirittura aveva danneggiato un crocifisso di pregio nella chiesa di San Lorenzo. Tante le segnalazioni in quel periodo, sia alle forze dell’ordine che alla stampa locale, e i carabinieri erano riuscite a individuarlo e ad arrestarlo. A inizio febbraio del 2023, infatti, i militari dell’Arma hanno messo le manette ai polsi di Marco Massimi, oggi 36enne, originario della provincia di Roma, accusato di vari reati, dalla ricettazione al porto abusivo di armi, dalle minacce all’estorsione, dal furto al danneggiamento di beni culturali. E stamattina Massimi è stato condannato con rito abbreviato a due anni e due mesi di reclusione, oltre al pagamento di 600 euro di multa. Ben 22 i capi di imputazione contestati al 36enne, che fino a oggi era sottoposto all’obbligo di firma ma a cui ora il giudice per le indagini preliminari, Antonio De Rosa, ha applicato la misura della libertà vigilata per la durata di un anno.

Massimi era accusato di ricettazione perché in possesso di un’auto rubata ad un villasco a metà novembre del 2022, e in paese erano e sono convinti che a rubarla sia stato proprio lui. Stesso discorso per quanto riguarda una mountain bike rubata nei pressi della stazione il primo dicembre, e per questo episodio il giudice ha cambiato l’accusa da ricettazione a furto aggravato. Poi, gli sono stati contestati i reati di minacce e molestie nei confronti di un cassiere dell’Iperal di Bianzone che aveva preso di mira e che andava a disturbare con fare minaccioso anche più volte al giorno. Pesante l’accusa di estorsione nei confronti di tre baristi di Villa, che costringeva a preparargli panini e a servirgli bevande senza mai pagare il conto, il tutto minacciandoli. Questa, da quanto emerge anche dal capo di imputazione, era una pratica per lui consueta, diversi gli esercenti e i commercianti che a fine del 2022 aveva minacciato e quelli che aveva derubato. Infine, Marco Massimi ha dovuto rispondere del porto di un coltello ma anche di danneggiamento di beni culturali. Per quanto riguarda il crocifisso del XVII secolo che danneggiò, staccando le braccia e spezzando una parte della croce, l’accusa è stata diversamente qualificata in offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose.

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