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Sabato 20 Aprile 2013
Mille posti di lavori a rischio
"Subito il tavolo provinciale"
La Cgil chiede che venga convocato il Tavolo provinciale per la gestione della crisi, rispetto al quale c'erano stati precisi impegni da via Vittorio Veneto nell'ultima parte del 2012
SONDRIO«Abbiamo letto con piacere la notizia del pizzaiolo chiavennasco che ha organizzato corsi e ha permesso a undici persone di trovare un lavoro. Ci chiediamo quindi se le istituzioni e le parti sociali non siano in grado di fare la propria parte, con risultati positivi come quelli raggiunti da un singolo imprenditore di buona volontà».
C'è tanta preoccupazione nelle parole di Giocondo Cerri, segretario generale della Cgil di Sondrio. I numeri della crisi sono noti, visto che secondo l'analisi della Camera del lavoro si sono persi negli ultimi sei anni cinquemila posti e altri mille sono a rischio.
Dai dati della cassa in deroga, quella richiesta dalle piccole e medie imprese e dalle aziende che hanno esaurito la cassa ordinaria e straordinaria, emergono altri problemi. Nei primi tre mesi di quest'anno sono stati richiesti aiuti per un milione di euro da circa cento imprese, l'anno scorso invece le ditte che avevano chiesto aiuto si contavano sulle dita di una mano e gli accordi richiedevano circa diecimila euro. E come se non bastasse i fondi stanno per finire, tanto che c'è un possibile buco da quattro milioni di euro per la sola provincia di Sondrio.
Nel periodo compreso fra gennaio e marzo, la cassa integrazione ordinaria in Valtellina e Valchiavenna è aumentata: si è passati da 206mila a 272 mila ore, con un +30%. è calata la straordinaria: si è passati da 290mila a 136mila ore. «Purtroppo non c'è spazio per interpretazioni ottimistiche - spiega Cerri -. La cassa ordinaria dimostra che la sofferenza delle aziende che devono affrontare il primo periodo di crisi aumenta. La diminuzione della straordinaria, invece, ci dimostra che una parte consistente delle imprese coinvolte in questo processo non ha più a disposizione questo tipo di ammortizzatore sociale. E infatti il numero e la rilevanza degli accordi in deroga, soprattutto per le aziende più piccole, cresce sensibilmente»
La Cgil chiede che venga convocato il Tavolo provinciale per la gestione della crisi, rispetto al quale c'erano stati precisi impegni da via Vittorio Veneto nell'ultima parte del 2012. Ora si aspetta quindi una convocazione, con la speranza di non assistere a un semplice confronto fra i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni di categoria, ma anche a qualche provvedimento capace di arginare la crisi. Altrimenti resteranno solo i pizzaioli capaci e volenterosi.
«Il problema dell'incontro tra domanda e offerta, in quelle aziende che hanno ancora bisogno di manodopera, è una priorità. Serve un lavoro efficace, frutto del confronto e della disponibilità di informazioni precise».
Bene la fotografia, ma occorrono provvedimenti concreti. «Bisogna puntare sulla formazione per quei mestieri che possono ancora offrire un posto. L'esempio dell'imprenditore pizzaiolo ci sembra chiarissimo: se si opera con la capacità di identificare gli ambiti dove serve manodopera. Se ce la fa un semplice pizzaiolo, ci sembra doveroso credere che anche dall'unione fra istituzioni e parti sociali possa arrivare qualche risultato importante».
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