«Mi porterò la Valtellina nel cuore». Il saluto del colonnello Piras

«Sono stati tre anni bellissimi e porterò la Valtellina con me nel cuore». E’ visibilmente emozionato il colonnello Marco Piras, comandante provinciale dei carabinieri di Sondrio, quando incontra i rappresentanti dei media locali per il saluto di commiato prima della sua partenza. Nei prossimi giorni, infatti, lascerà la provincia di Sondrio per l’analogo e prestigioso incarico in Piemonte, a Cuneo. Un momento, quello di ieri mattina con i giornalisti con i quali in questi tre anni si è spesso interfacciato, voluto per poter ringraziare e salutare tutti i suoi collaboratori, i colleghi delle altre forze dei polizia, i rappresentanti delle altre amministrazioni e i cittadini della provincia.

«Se avessi potuto non me ne sarei andato - ha detto -. Io e la mia famiglia siamo stati accolti come non credevo sarebbe stato possibile. Tornerò in Valtellina, se non altro per vedere quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione della caserma Alessi». Grazie ad un importante stanziamento di fondi da parte della Provincia, infatti, si sta lavorando per migliorare la logistica della caserma, nata negli anni Trenta e che quindi ha quasi un secolo di vita, adeguandola agli standard di sicurezza ed efficienza di oggi.

«Tra qualche mese se ne vedranno i risultati - ha spiegato il colonnello Piras -. Verrà realizzata al terzo piano una nuova sala conferenze, abbellita con alcune opere d’arte realizzate dagli studenti del liceo artistico di Morbegno, e installato un ascensore nel vano scale». Un progetto fortemente voluto dal comandante in partenza, che in questi tre anni ha lavorato non poco sulla riorganizzazione delle strutture che ospitano i carabinieri in Valtellina e Valchiavenna, pensando anche a nuovi spazi per i carabinieri del Gruppo forestale. E ieri, nel salutare la provincia, non ha parlato di grandiose e straordinarie operazioni portate a termine. «Sarebbe impossibile, questo territorio fortunatamente non è certo caratterizzato da fenomeni criminali di questa portata».

Ma il lavoro non è mancato, e nemmeno i risultati degni di nota. «Mi viene in mente, ad esempio, il recente omicidio di Poggiridenti, risolto velocemente e bene - ha detto -. E poi, un fatto ben più preoccupante, l’incendio di un capannone a Castione Andevenno. Ci siamo impegnati moltissimo per risolverlo subito perché era un fatto grave, perché poteva avere una matrice di carattere intimidatorio, tipico della criminalità organizzata. Abbiamo intuito che non era così e con caparbietà abbiamo seguito la traccia giusta. Questo ci ha permesso di dare le risposte che il territorio richiedeva».

Secondo il colonnello Marco Piras la provincia di Sondrio gode di buona salute, si può certo migliorare sul fronte della sicurezza ma non ci sono fenomeni particolarmente allarmanti. «So che non tutti percepiscono la sicurezza come lo faccio io - ha concluso - e questo è comprensibile. Ciascuno vuole vivere nella massima sicurezza, e basta poco per non sentirsi al sicuro. Per questo motivo da parte dei carabinieri c’è grandissima attenzione. Qualcuno ha parlato di grandi emergenze criminali o, addirittura, dell’esigenza di interventi straordinari (il riferimento è alla proposta di Fratelli d’Italia di schierare l’esercito a Sondrio, nda). Io non credo sia necessario in relazione a quella che è la situazione di oggi. Credo che gli strumenti in campo sul territorio siano già adeguati, anche se ovviamente si può fare sempre meglio. La nostra azione è quella di impegnarci ed adattarci ai cambiamenti, e non bisogna stupirsi del fatto che ogni tanto qualche cosa cambi. L’essenziale è essere capaci di rispondere efficacemente, anche con la collaborazione dei cittadini che qui in valle non è mai mancata».

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