Cronaca / Circondario
Venerdì 26 Settembre 2014
Metastasi, Palermo:
«Ho tenuto io i 5mila euro»
L’ex consigliere comunale scagiona davanti ai pm l’ex sindaco di Valmadrera
Domande incalzanti dell’accusa: «Ho avuto i soldi da Redaelli, ma al sindaco Rusconi non li ho dati»
Marco Rusconi non ha mai preso un euro dalla “Lido di Parè”. I cinquemila euro di cui l’ex consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo parla in alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali non solo non vennero mai chiesti, dall’ex sindaco di Valmadrera, ma non vennero nemmeno mai consegnati.
O meglio: Antonello Redaelli, uno dei soci della “Lido di Parè” in predicato, nell’estate del 2011, di aggiudicarsi la gara d’appalto per la gestione del pratone sul lago a Valmadrera, avrebbe effettivamente consegnato il denaro a Palermo, il quale però se lo sarebbe tenuto per sè.
È quanto emerge dai verbali dell’interrogatorio reso il 25 giugno dal docente scolastico residente a Galbiate davanti ai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta Metastasi sulle presunte ramificazioni della ’ndrangheta nel nostro territorio.
Contattato da Redaelli
Nelle 139 pagine di trascrizione è la vicenda di Parè a farla da padrona: ed è la vicenda dalla quale il pm Bruna Albertini, raggiunta a metà interrogatorio dal collega Claudio Gittardi della Direzione distrettuale antimafia, parte per ricostruire i rapporti tra Palermo e gli altri “attori” dell’inchiesta che presto verrà dibattuta pubblicamente.
Rispondendo alle domande della pubblica accusa alla presenza dei suoi avvocati, Palermo racconta di essere stato contattato da Redaelli, un conoscente di lunga data ma con il quale non aveva rapporti strettissimi, perchè s’interessasse con il sindaco di Valmadrera dell’appalto per la gestione del lido.
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