Merate: il Comune vuole tornare a gestire le case popolari

Poco alla volta, il Comune di Merate mira a tornare a gestire in proprio le case del proprio patrimonio oggi affidate ad Aler. Sarà tuttavia un processo che richiederà tempo - probabilmente anni - e che si compirà un passo alla volta.

È tuttavia questa la direzione che intende imboccare l’assessore ai servizi sociali Valeria Marinari, che si sta occupando della questione da un paio di mesi. A fine anno, infatti, scade il contratto quinquennale con Aler. Entro settembre, tuttavia, il Comune Merate deve decidere se rinnovarlo oppure no. «La nostra idea - anticipa Marinari - è quella di rinnovare il contratto di gestione con Aler ma di prevedere anche la possibilità di individuare piccoli nuclei coerenti da riprendere in carico e gestire direttamente con progetti specifici». I progetti dovrebbero essere di tipo sociale e saranno concordati insieme con l’ambito territoriale di Meratese e Casatese.

«La prossima settimana - continua il vice sindaco - avremo un incontro con l’ambito proprio per approfondire questo argomento. Con Aler c’è l’accordo che deve tuttavia ancora essere formalizzato». A spingere gli amministratori a ritornare sulla scelta compiuta a suo tempo dall’amministrazione del sindaco Giovanni Battista Albani, più di vent’anni fa, due fatti. Il primo riguarda l’alto numero di appartamenti oggi vuoti nonostante la fame di case. «In città - precisa Marinari - il Comune ha un patrimonio di una settantina di appartamenti. I nuclei più consistenti sono in via Sant’Ambrogio e in via Roma. Ma abbiamo appartamenti anche a Sartirana, in piazza e in via Montegrappa, e in via Quintaberta. Attualmente, sono almeno una decina quelli vuoti e che quindi non accolgono famiglie bisognose». A Palazzo Tettamanti sperano inoltre che il passaggio possa rendere più veloce interventi di sistemazione ordinaria, come quelli richiesti quest’estate dalle abitazioni di via Sant’Ambrogio, rimaste senz’acqua per giorni.

«Aler - prosegue Marinari - si è detta disponibile a sottoscrivere un accordo di questo tipo. In questo modo, noi avremo tutto il tempo di pensare ed elaborare progetti coerenti e organizzare tutto quello che serve, dopo esserci consultati con l’ambito. L’ambito, inoltre, deve far decollare l’ufficio casa che si occuperà non solo di gestire appartamenti di proprietà comunale ma anche di fungere da mediatore tra il privato e l’ambito stesso in modo da far fronte all’emergenza abitativa con risultati migliori rispetto a quelli attuali».

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