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Martedì 03 Aprile 2012
Merate: alla Calvi
si tratta sui turni
Trattativa aperta sugli orari alla Calvi di Merate, un'azienda da 180 dipendenti circa e un fatturato di oltre 30 milioni di euro, che ha chiesto ai dipendenti di tornare a lavorare a pieno regime - tre turni ogni giorno, più due mini turni al sabato - per far fronte alle richieste da parte della clientela.
Insomma, mentre nel resto della provincia cresce la disoccupazione, in Calvi il lavoro è garantito. La questione è all'ordine del giorno in una serie di incontri fra manager aziendali e rappresentanti dei lavoratori che in questa azienda vengono rappresentati da Giorgio Ciappesoni della Fim e Luigi Panzeri della Fiom.
Il sindacato spiega quanto sta avvenendo: «Fino a qualche anno fa la maggior parte della produzione Calvi si concentrava su profili speciali, con disegni realizzati su misura delle richieste del cliente e quindi di maggior valore e con maggior margine di guadagno. Ora invece la produzione è di tipo "standard", quindi più abbondante ma con minor margine. Oggi c'è la necessità di far crescere i volumi per mantenere i margini e il numero d ore lavorate dai dipendenti della Calvi non è più sufficiente».
Quindi l'azienda per continuare a raccogliere sempre gli stessi buoni risultati ha ritenuto necessario aumentare la produttività degli impianti. Senza tuttavia mai fare ricorso a straordinari, come spiega Paolo Cuzzi, responsabile risorse umane della Calvi: «Ci sono dei reparti nei quali in passato si era soliti svolgere 32 ore settimanali, ovviando al terzo turno il quinto giorno di ogni settimana, questo perché l'azienda non aveva bisogno di lavorare così tanto. Oggi invece i tempi sono cambiati e abbiamo la necessità di lavorare 40 ore la settimana, ma di fronte a questa richiesta abbiamo riscontrato qualche lamentela».
In realtà già lo scorso anno le parti sociali avevano raggiunto un accordo per estendere al terzo turno la quinta notte del venerdì sera, più due turni da sei ore ciascuno il sabato, per un principio di flessibilità. A questo si aggiunge un accordo di assunzione di nuovi dipendenti. Ora l'azienda sta chiedendo l'estensione e l'intero reintegro del ciclo a 40 ore a pieno regime: «È un nostro diritto - puntualizza Cuzzi - In questa azienda ci sono sempre state ottime relazioni sindacali e sono sicuro che questa vicenda si risolverà in fretta, anche perché pensare che si faccia una piccola "battaglia" su una questione come questa è assurdo. Un tempo potevamo permetterci di lavorare 32 ore la settimana, oggi invece ne dobbiamo lavorare quaranta».
L'azienda auspica una rapida soluzione della vicenda, per rispondere il prima possibile alle richieste dei clienti e non perdere quote di mercato.
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