Cronaca / Valchiavenna
Domenica 08 Novembre 2015
Meno imprese e meno lavoro. Edilizia, i numeri di una crisi
Nel giro di cinque anni hanno chiuso trentanove ditte artigiane in Valchiavenna. E una su due non ha domanda sufficiente. «L’unico sollievo arriva dal bonus fiscale».
Trentanove imprese in meno in cinque anni. E adesso un’azienda su due non ha abbastanza lavoro. Se il commercio – almeno a giudicare dalle chiusure di negozi – è in difficoltà, in Valchiavenna non se la passano meglio le società artigiane del comparto edile.
I dati elaborati da Confartigianato imprese Sondrio parlano chiaro. Dalla fine del 2009 al primo trimestre del 2015, infatti, le ditte artigiane del settore delle costruzioni in Valchiavenna sono diminuite del 18%. Erano 254 sei anni fa, all’inizio di quest’anno si è arrivati a 215. Meno imprese uguale, di conseguenza, più lavoro per le altre? Neanche per sogno.
«Una su due ad oggi non ha domanda sufficiente per poter lavorare», precisa Andrea Lorenzini, rappresentante valchiavennasco della categoria e promotore di un progetto incentrato sul protocollo volontario di certificazione energetica ed ambientale Valtellina Eco energy. Il problema ha origine sia dal settore privato – il numero di cantieri per abitazioni non è paragonabile a quello del decennio precedente -, sia dall’assenza di opere pubbliche.
Mentre – per citare un caso molto vicino – nei Grigioni le strade cantonali sono piene di mezzi e operai, nel Belpaese fra Patto di stabilità e Spending review le risorse da poter investire sono sempre più scarse. L’unico – seppur parziale – sollievo arriva dai bonus fiscali sulle ristrutturazioni e sulle riqualificazioni energetiche degli edifici. «I benefici prodotti dalla leva fiscale negli ultimi anni, oltre a rappresentare un impulso per le imprese edili, sono un volano per combattere la concorrenza sleale del lavoro sommerso e una spinta per riqualificare l’ormai superato patrimonio immobiliare. I benefici sull’ambiente e sulle generazioni future sono indubbi». In quest’ottica, Confartigianato ha distribuito in Valchiavenna materiale per coinvolgere 10mila famiglie nel progetto Casa 2015 in sinergia con Ordini, collegi professionali e istituti di credito.
«Alla luce del rinnovo del bonus, l’intenzione è di riproporlo nel 2016». E se gli appalti sono pochi, gli artigiani rilevano che spesso nei cantieri pubblici finiscono imprese provenienti da lontano. Una dinamica pienamente legittima, ma che lascia perplesso il settore, non soltanto in riva alla Mera.
«Rinnoviamo l’invito a tutelare le piccole imprese del territorio, cercando di suddividere gli appalti in lotti e di consentire alle imprese artigiane di partecipare anziché lasciare spazio solamente a realtà strutturate che nella maggior parte dei casi arrivano da fuori provincia. Realtà che non coinvolgono in alcun modo le competenti maestranze locali, se non in una seconda fase e con margini sempre più ridotti» è l’appello lanciato
Edilizia con il segno meno, quindi, in una vallata dove - peraltro - il turismo soffre per l’assenza di posti letto negli alberghi e il numero di negozi con il cartello “vendesi”, “affittasi” e “liquidazione totale” aumenta di settimana in settimana.
Spesso si tratta di attività storiche, sia a livello di commercio, sia di ristorazione. Non bastano, insomma, né il franco fortissimo che fa aumentare i salari e quindi la capacità di spesa dei lavoratori frontalieri. Ma neppure il passaggio di turisti svizzeri e tedeschi è riuscito a determinare negli ultimi mesi benefici capaci di cambiare il trend che si respira da qualche tempo a questa parte.
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