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Martedì 23 Aprile 2013
Mele, uva e vino: il sostegno
della Regione alle coltivazioni
Confronto ieri mattina fra i vertici di Melavì, la nuova realtà nata dalla fusione delle tre cooperative ortofrutticole della provincia, e, nel pomeriggio, fra il Consorzio tutela Vini di Valtellina (36 aziende) e il neo assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava
SONDRIOConfronto ieri mattina fra i vertici di Melavì, la nuova realtà nata dalla fusione delle tre cooperative ortofrutticole della provincia, e, nel pomeriggio, fra il Consorzio tutela Vini di Valtellina (36 aziende) e il neo assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava.
L'assessore ha dato inizio così a una serie di incontri con la realtà produttive per capire problemi e prospettive della realtà provinciale. Ed ha cominciato da Melavì, dove si è presentato da solo - proprio perché l'incontro voleva essere occasione di conoscenza con gli interlocutori del territorio valtellinese - e dove «non ha fatto promesse vane - spiega il vicepresidente di Melavì, Giacomo Tognini -. Ha detto che lavoreremo intorno alle problematiche che abbiamo presentato, perché il nostro è un progetto sano».La problematica principale che Melavì ha messo sul piatto è l'investimento di due milioni e mezzo di euro per la realizzazione della sala unica di produzione che avrà sede a Tovo. «Per razionalizzare la lavorazione e contenere i costi, occorre intervenire con una sala unica. L'assessore ha assicurato che le problematiche saranno considerate nella programmazione regionale quando dovrà essere redatto il piano di sviluppo rurale». Sul tavolo - ma di questo si discuterà in un secondo momento - anche il tema della sburocratizzazione che sta dando creando difficoltà agli agricoltori. «Sosterremo ogni progettualità in grado di attrarre risorse pubbliche a favore della produzione di mele - ha detto l'assessore -. Un comparto che, per questa parte di Valtellina, rappresenta, oltre che un fatto economico importante, un elemento di profonda coesione sociale».
L'assessore regionale ha confermato ancora una volta «la volontà di lavorare per la specificità dei territori e, in particolare, di verificare se è possibile orientare le future misure economiche, anche comunitarie, laddove servano localmente a sostenere le produzioni tipiche». Per questo, ha aggiunto, occorre ribadire «l'importanza dell'interlocuzione diretta con l'Ue, per evitare mediazioni generiche dedicate a tutta l'agricoltura nazionale, che non rispettano le specificità locali». Concretamente, ha detto l'assessore regionale, »occorre che anche i progetti a sostegno di questo comparto siano studiati e sviluppati in stretta collaborazione con l'assessorato regionale. Costruiamo, quindi, un programma di sviluppo rurale che dia risposte alle vostre esigenze di crescita e che sia inattaccabile sotto il profilo delle scelte politiche». Da circa un mese Melavì, dopo aver assorbito altre tre realtà produttive locali rappresenta i due terzi della produzione complessiva (300mila quintali l'anno) di mele di Valtellina, «un vanto - ha aggiunto il vice presidente del consorzio - che vorremmo fosse sempre più valorizzato, anche con il sostegno della Regione, anche nel rapporto con la grande distribuzione organizzata. Un'attività, quella legata alla produzione di mele, che offre al territorio anche occasioni di integrazione part time al reddito per moltissime famiglie». Un progetto di fusione, quello del consorzio Melavì, che anche il presidente della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori, presente ieri insieme all'assessore provinciale Severino De Stefani e al consigliere regionale Ugo Parolo, ha definito «inevitabile, per una realtà territoriale completamente vocata a questa tipologia produttiva, senza la quale si rischierebbe di assistere all'abbandono di zone del territorio non più interessate dalle produzioni ortofrutticole».
Nel pomeriggio si è parlato di vini e in particolare della promozione del prodotto, fino al marketing sui mercati stranieri. Paesi del Nord in testa. «Non esiste un prodotto lombardo - ha detto l'assessore -. All'omologazione del brand Lombardia non credo. C'è uno spazio di promozione collettivo per fare massa critica e come Lombardia faremo la regia necessaria per dare una mano a giovani produttori che in Valtellina stanno lavorando bene e vogliono emergere sui mercati, soprattutto internazionali. Per questo invito le imprese, attraverso il Consorzio, a presentare progetti di sviluppo e crescita condivisi».
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