Economia / Valchiavenna
Mercoledì 01 Aprile 2015
Meccanici a Chiavenna, futuro incerto: pochi iscritti al corso che offre lavoro
Il sindaco: «Scuola dagli sbocchi occupazionali certi, non possiamo perderla». Preoccupati anche gli insegnanti: «È una struttura dalle potenzialità elevate»
Prima e terza classe in dubbio: il futuro della scuola per meccanici di Chiavenna è a rischio.
Tra l’importante offerta formativa delle scuole secondarie di secondo grado della città della Mera c’è da moltissimi anni il corso di operatore meccanico. Si tratta di un percorso che, tra le altre cose, può disporre della presenza di un moderno laboratorio finanziato con importanti fondi da parte delle istituzioni locali, provinciali e regionali, con la collaborazione del mondo imprenditoriale. Negli ultimi anni si è arricchito della presenza dei maestri del lavoro, professionisti esperti – si tratta di artigiani con decenni di esperienza nelle imprese del territorio - che hanno messo a disposizione la loro preparazione per far crescere ragazzi capaci. Un percorso scolastico che ancora oggi riscontra un’importante richiesta di lavoratori, e di assunzioni, da parte delle aziende del territorio, nonostante la crisi diffusa del manifatturiero in provincia di Sondrio.
Come rileva il sindaco Luca Della Bitta, si tratta di un valore importante soprattutto in un periodo di crisi economica come quello attuale, anche alla luce del dato nazionale di ieri che mette in risalto una disoccupazione in costante crescita. «Purtroppo il corso, oltre a non vedere il numero sufficiente di iscrizioni per la classe prima del prossimo anno scolastico, vive una situazione tale per cui sarebbe a rischio il terzo anno di frequenza - spiega il primo cittadino -. Si tratta di un prezzo che non possiamo pagare, considerata l’importanza che tutti attribuiamo a questa offerta formativa e le risposte del mercato del lavoro. Una scuola che forma bravi professionisti che trovano lavoro non può non continuare a operare».
Il Comune di Chiavenna ha già da tempo avviato contatti con le istituzioni scolastiche e con gli imprenditori per unire le forze e chiedere che questa esperienza possa continuare.
«Ho inviato una lettera alla Comunità montana e ai colleghi sindaci affinché si attivino, insieme a noi, per sostenere questa causa. Si tratta di questioni importanti per il futuro di un territorio e richiedono risposte celeri in sede comprensoriale. Mi auguro che insieme al Comune di Chiavenna e alle imprese ci siano anche le istituzioni della Valchiavenna. Non possiamo permetterci distrazioni su questo tema e perdere un’opportunità per i nostri giovani e per il loro futuro».
Anche i maestri del lavoro esprimono preoccupazione. «Il problema è chiaro e serio - spiega Enrico Triaca -. Abbiamo una struttura dalle potenzialità elevate, ora bisogna fare in modo di ridurre il solco che separa le professionalità richieste dalle aziende e quanto espresso dalla scuola. Noi siamo sempre pronti a fare la nostra parte, ad esempio attraverso i corsi di riqualificazione che abbiamo proposto, per affiancare alle ore ordinarie di lezione dei momenti di attività in officina, aperti anche alla partecipazione dei disoccupati».
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