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Domenica 31 Marzo 2013
Mazzo, in Russia recupera
piastrina di alpino di Chiesa
«Col russo era quasi impossibile intendersi per questioni di lingua, ma quando ho letto il nome inciso sulla targhetta "Pierino Fanoni, classe '20 Chiesa in Valmalenco", un brivido mi è corso lungo la schiena», racconta Marco Cavazzi, l'artigliere alpino di Mazzo che ha dato un tocco di Valtellina alla spedizione in Russia di un gruppetto di cinque alpini del Nord Italia
«Col russo era quasi impossibile intendersi per questioni di lingua, ma quando ho letto il nome inciso sulla targhetta "Pierino Fanoni, classe '20 Chiesa in Valmalenco", un brivido mi è corso lungo la schiena», racconta Marco Cavazzi, l'artigliere alpino di Mazzo che ha dato un tocco di Valtellina alla spedizione in Russia di un gruppetto di cinque alpini del Nord Italia.
Quella spedizione effettuata lo scorso mese di gennaio Gavazzi l'ha raccontata giorno per giorno alla nostra testata, ma quel particolare l'ha sempre taciuto. «Prima ho contattato il sindaco di Chiesa Valmalenco, Miriam Longhini, in maniera tale che potesse informare i parenti di Fanoni - rivela Gavazzi -. Ora che sono stati avvisati, posso rendere pubblico il ritrovamento». Pierino Fanoni, era un alpino del Battaglion Tirano, appartenente al quinto reggimento della divisione Tridentina. Faceva parte di una famiglia numerosissima, ben 16 fratelli. «Io ho parlato con dei nipoti ed è stato davvero emozionante - afferma Cavazzi -. Adesso ci sarà una cerimonia per la consegna ufficiale della piastrina ai familiari».
Questo è stato senza dubbio il momento più emozionante della campagna di Russia che ha visto protagonista l'alpino e vicesindaco di Mazzo. In quei posti era giù stato durante la bella stagione, ma affinché potesse capire cosa fosse l'inverno russo, questa volta la spedizione è stata effettuata nello stesso periodo di quella del 1943. Pur senza un nemico, anche Cavazzi ha dovuto combattere contro freddo e fame. Una sofferenza ovviamente neanche lontanamente paragonabile a quella vissuta da Fanoni e da tutti gli altri alpini di Valtellina dispersi in Russia.
Per tanti non si sono avute più notizie e anche quando si trova dopo tanti anni la piastrina, è un grande successo. È qualcosa di piccolo che va a toccare un grande dolore. Nel cuore di tutti i parenti c'è un pensiero alle disumane sofferenze occorse ai nostri alpini in quella terribile ritirata. In tanti casi in provincia sono nati nipoti che portano il nome di quello zio mai conosciuto.
Oltre alla famiglia Fanoni, il ritrovamento della piastra di Pierino è un evento da ricordare anche per tutti gli alpini della Valmalenco. Insieme alla piastrina di Fanoni al gruppo italiano sono state consegnate anche le piastrine di un mantovano e di un cuneese.
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