
Cronaca / Tirano e Alta valle
Giovedì 12 Settembre 2013
Mazzo, “adottate” due cerve
I bracconieri le uccidono
Una femmina adulta e la piccola cerbiatta vittime di cacciatori senza scrupoli - «Ho sentito cinque fucilate e poi altre tre» racconta l’uomo amico degli ungulati
Sembrava una favola di quelle che piacciono tanto ai bambini: la cerva che con il suo cucciolo si avvicina agli uomini senza paura, si fida di loro, diventa quasi un animale domestico.
Ma a interrompere la storia avviata verso un lieto fine, ambientata a Vervio e poi a Mazzo, giunge l’uomo cattivo che approfitta della fiducia degli animali e ne ricava un trofeo. La favola di Vervio e Mazzo si trasforma in un atto di bracconaggio moltiplicato per due, perché non si può sparare alla femmina con cucciolo al seguito e non si può neanche parlare di errore perché l’ultimo sabato di agosto - giorno dell’esecuzione - la caccia agli ungulati era ancora chiusa.
Il pensionato di Mazzo che aveva adottato le due tenere bestiole, sa che quello è stato il loro ultimo giorno di vita. «Erano le 17,30 e ho sentito cinque fucilate provenire dalla vallata, poi alle 21,30 ne ho sentite altre tre più vicino alla zona di Mazzo, fra il fiume Adda e lo stabilimento Rigamonti, dove le bestie amavano stare. Erano fucili a canna liscia».
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