Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 14 Dicembre 2018
Mattia non si trova. È l’unica certezza
Chiesa in Valmalenco, nuova giornata di ricerche in quota senza alcun esito. Rientrano a Firenze i cani molecolari. Anche ieri perlustrati i dintorni del rifugio Ai Barchi e della baita presa in affitto dal comasco, scomparso venerdì.
Senza sosta e senza esito. Un’altra giornata di ricerche infruttuose Ai Barchi di Chiesa in Valmalenco. E domani si ricomincia. Di Mattia Mingarelli, il comasco di 30anni salito in quota venerdì scorso per trascorrere un fine settimana sulla neve, non c’è più traccia. E non c’è nemmeno un indizio o una “pista” da battere. Solo congetture. Solo illazioni.
E a questo punto c’è chi avanza l’ipotesi che l’uomo non sia più in zona. Diversamente il fiuto infallibile dei due avrebbe dovuto segnalare una traccia. Le unità cinofile del soccorso alpino, della guardia di finanza e dei vigili del fuoco sono specializzate nella ricerca di persone - vive - disperse. I due cani “molecolari” dei carabinieri giunti apposta da Firenze (ci sono solo cinque esemplari in Italia) hanno un fiuto infallibile per il sangue e se c’è una persona ferita o deceduta non sbagliano un colpo. E Ai Barchi quando sono entrati in azione sembravano avessero fiutato qualcosa e hanno portato il conduttore verso il bosco. Ma poi si sono fermati.
Mattia sembra svanito nel nulla. Un ragionamento che spinge a pensare che forse le ricerche dovrebbero essere indirizzate altrove. Già, ma dove? Da giorni si setacciano i boschi attorno alla casa che i Mingarelli hanno preso in affitto, ma anche le vicinanze del rifugio Ai Barchi - ora posto sotto sequestro - sono state perlustrate palmo a palmo. Ogni giorno una quarantina di uomini tra vigili del fuoco (che dall’inizio delle ricerche hanno messo in campo settanta unità), soccorso alpino, guardia di finanza e volontari si dà appuntamento dall’alba al tramonto per vagliare tutti i quadranti che lo staff di coordinamento ha tracciato sulla carta. Ma niente. Niente di niente.
Nulla si lascia intentato. Persino le segnalazioni di sensitivi o pseudo tali vengono vagliate, anche per rassicurare la famiglia di Mattia che la scomparsa dell’uomo non viene presa sottogamba.
Bocche cucite, invece, in Procura, dove è stato aperto un fasciolo per “persona scomparsa”, ma in realtà si indaga a 360 gradi, senza escludere alcuna ipotesi. Molto ci si aspetta dall’analisi del cellulare di Mattia rinvenuto dal gestore del rifugio Ai Barchi - Giorgio Del Zoppo - proprio fuori dall’uscio della sua abitazione. Le indagini effettuate dentro il rifugio - come il luminol, che serve a mettere in evidenza eventuali tracce di sangue - non hanno però dato esito positivo, ma nonostante questo il rifugio resta sempre sotto sequestro. Al vaglio anche il racconto dell’uomo che è stato l’ultimo ad aver visto Mattia. Il comasco avrebbe consumato da lui uno spuntino-aperitivo e poi verso le 19,30 sarebbe uscito. Per andare dove, non si sa. A casa? A fare due passi nel bosco? Di notte e con il freddo che faceva?
E perché gli inquirenti in conferenza stampa hanno sottolineato di poter collocare con certezza Mattia solo fino alle 16 del pomeriggio, quando se ne va con il cane Dante a fare un’escursione verso il Palù (c’è un selfie a testimoniarlo)?
Bella domanda.
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