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Giovedì 24 Gennaio 2013
Marco Cavazzi in Russia
70 chilometri alla fine della ritirata
Verso la conclusione l'impresa del vicesindaco di Mazzo insieme ad altri 5 alpini
Oltre agli scarponi ci sono le ciaspole ad aiutare l'alpino nel suo cammino: «La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato in questi giorni è stato il terreno fangoso in mezzo ai campi di girasole. Sotto la neve si sprofondava oppure c'era il ghiaccio. Ieri e oggi siamo andati meglio perché, pur nevicando, abbiamo camminato lungo la strada. Anche lo zaino ha il suo peso perché c'è dentro tutto il necessario per stare lontano da casa sette giorni».
Eroico Cavazzi, perché è partito per il viaggio nonostante sia stato operato a un ginocchio il 27 dicembre. Il gruppo di alpini ha dormito nella isbe (è una tipica abitazione rurale russa) e nelle scuole. In ogni isba ha lasciato il gagliardetto del gruppo: «Abbiamo incontrato testimoni oculari della ritirata e ci hanno detto che i soldati italiani erano brava gente». A Warwarowka il 23 gennaio del '43 il battaglion Morbegno fu sterminato sacrificandosi per proteggere la restante colonna della divisione.
Cavazzi era già stato a Nikolajewka in passato. Ha voluto ritornarci in inverno affinché la sua personale rievocazione della ritirata avvenisse nello stesso periodo dell'anno.
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