Mantello, svolta nel caso
della scomparsa del geometra Camarri:
la Procura di Sondrio indaga per omicidio

È dalla mattina del 14 dicembre che non si hanno più notizie dell’uomo. Era atteso, quel giovedì, nell’ufficio di un collega a Milano, probabilmente per incontrare dei clienti di entrambi e valutare insieme una compravendita immobiliare. In precedenza erano state valutate le ipotesi del suicidio o dell’allontanamento volontario, ma non hanno trovato riscontri

C’è una svolta, di spessore seppure non ancora decisiva, nella misteriosa scomparsa, in Valtellina, da metà dicembre, del geometra Ivano Camarri, 70 anni, residenza a Mantello di cui fu vicesindaco e studio professionale a Dubino. Nella giornata di lunedì è filtrata una notizia importante: la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, da alcune settimane sta indagando per omicidio. È dalla mattinata del 14 dicembre che non si hanno più notizie di lui. Era atteso, quel giovedì, nell’ufficio di un collega a Milano, probabilmente per incontrare dei clienti di entrambi e valutare insieme una compravendita immobiliare. Ma nel capoluogo lombardo non è mai arrivato e, a un certo punto della giornata, il collega milanese ha chiamato la famiglia del professionista per sapere se avesse avuto degli imprevisti e non fosse mai partito alla volta della città metropolitana. In realtà non era così e i familiari, a quel punto allarmati, si sono affrettati, nel pomeriggio, a presentare denuncia di scomparsa alla competente caserma dei carabinieri di Traona, dipendente dalla Compagnia di Chiavenna guidata dal capitano Giuseppe Antonicelli.

«La situazione è in totale stallo», le sole parole che trapelarono da chi indagava. Ma all’epoca si suppose trattarsi di un allontanamento volontario e a occuparsi del “caso” erano stati inizialmente i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia chiavennasca con il supporto dei militari della caserma dove venne presentata la denuncia di scomparsa.

La macchina Audi di Camarri con la quale si è allontanato da casa non si è mai più trovata e il cellulare del settantenne è stato appurato che risulterebbe addirittura spento dal giorno prima della misteriosa sparizione. Che fine ha fatto il professionista? Mai un prelievo dal suo bancomat. E l’auto sembra anch’essa sia stata inghiottita dal nulla. La visione delle immagini delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza posizionati in Bassa Valtellina e nella zona dell’Alto Lario non avrebbero fornito indicazioni utili alle indagini.

La moglie e i figli ascoltati, nei giorni successivi alla scomparsa, non sarebbero stati in grado di offrire importanti spunti investigativi. Gli inquirenti lo stanno cercando. Sembra un caso da romanzo giallo. Si cerca un fantasma. E adesso, però, ci sarebbe una pista legata a un presunto affare da 100mila euro o di un importo addirittura molto superiore. Quali ipotesi si fanno? «Per ora di semplice scomparsa», l’unica risposta che si lasciò sfuggire, pochi giorni dopo il fatto, un importante investigatore impegnato con i colleghi a cercare di sbrogliare il bandolo della matassa. Ci fu anche chi ipotizzò che, al volante dell’auto, il geometra avesse deciso di gettarsi nel vicino lago di Como. Tuttavia l’ipotesi suicidio non ha trovato riscontri. Ma, se fosse vera, in quale punto? Non è stato individuato, lungo entrambe le sponde perlustrate del vasto bacino d’acqua della Lombardia, un muretto sfondato, oppure una traccia di incidente non già in precedenza rilevata. O, invece, ci troviamo di fronte a un allontanamento del tutto volontario che sarebbe avvenuto attraverso il passo del Maloja e la confinante Svizzera, con gli investigatori dell’Arma e la Procura di Sondrio ancora in attesa di ricevere i filmati delle telecamere dello Stato elvetico?

La scomparsa di Camarri, con il passare dei mesi, assume sempre più i contorni di un giallo. Ma ora il colpo di scena, con l’apertura di un fascicolo con l’ipotesi di omicidio, che consente di avviare una serie di accertamenti tecnici altrimenti non possibili, sul quale stanno lavorando in stretto contatto il pm Giulia Alberti, uno dei magistrati di punta degli uffici giudiziari guidati dall’esperto dottor Basilone, e i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Sondrio, coordinati dal comandante, il luogotenente Battista Ellena, che prima del vicino traguardo del pensionamento ha confidato ad amici che vorrebbe chiudere in bellezza la carriera con la soluzione del “giallo di Mantello”. C’è un sospettato? Mai come in questo caso vale l’affermazione che non trapela nulla e che le bocche sono tutte cucite.

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