Mandic Merate, al via la demolizione del padiglione Airoldi Fossati

Se tutto procederà come da programma ci vorrà un anno e mezzo per avere il nuovo Ospedale di Comunità e l’ampliamento della nuova Casa di Comunità al San Leopoldo Mandic

Ci vorrà un anno e mezzo, se tutto va secondo i programmi, per avere il nuovo Ospedale di Comunità e l’ampliamento della nuova Casa di Comunità al San Leopoldo Mandic. La fine dei lavori è infatti prevista per il mese di dicembre dell’anno prossimo, secondo i programmi dell’Asst di Lecco. Proprio domani finalmente entreranno in funzione le ruspe per l’abbattimento del padiglione Airoldi Fossati, la prima sede dell’ospedale, che già negli anni Settanta del secolo scorso era stata destinata agli uffici amministrativi ed alla sede della direzione sanitaria.

Il cantiere per l’abbattimento del padiglione è stato aperto lo scorso maggio e solo ora iniziano materialmente i lavori di abbattimento per poi ricostruire una struttura completamente nuova e moderna. In questi due mesi abbondanti sono state svolte le operazioni preliminari, dall’allestimento dei depositi alla consegna del materiale necessario all’arrivo dei vari mezzi per la demolizione.

I lavori sono finanziati con i fondi del Pnrr, il piano nazionale di resistenza e resilienza finanziato con i fondi dell’Unione Europea. La nuova struttura ospiterà al piano terra la Casa di Comunità ed al piano rialzato il nuovo Ospedale di Comunità. La casa «ospiterà gli ambulatori medici per medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, gli ambulatori di medicina di gruppo, gli studi per gli assistenti sociali e per gli psicologi, l’ambulatorio infermieristico degli infermieri di famiglia e comunità (IFeC), gli uffici IFeC di back office, gli uffici del Punto Unico di Accesso (PUA) e la Centrale Operativa Territoriale (COT)», precisa una nota dell’Asst che annuncia l’avvio dell’abbattimento. In pratica diventerà una enorme ambulatorio con vari servizi connessi.

Diverso invece il concetto di ospedale di comunità, che «ospiterà 20 posti letto e si occuperà di ricoveri di breve durata destinata a pazienti fragili o cronici provenienti dal domicilio o pazienti affetti da multi morbidità, ovvero la coesistenza di più patologie diverse nello stesso individuo, provenienti da una struttura ospedaliera che necessitano di interventi sanitari a media o bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. L’Ospedale di Comunità è infatti una struttura socio-sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero».

L’ingresso all’ospedale di comunità garantisce di fatto un supporto al paziente che, dimesso dall’ospedale classico, necessita di un ulteriore supporto prima del rientro al domicilio: «Supporto garantito anche alla rete famigliare e ai caregiver, e al paziente che invece verrà invece segnalato dal proprio medico curante come paziente critico per rientrare al domicilio ma non ancora in fase acuta per essere ospedalizzato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA