Mandello: Vellutificio Redaelli
si decide per il concordato
In Tribunale a Lecco si è tenuta l'udienza con i creditori chirografari del Vellutificio Redaelli, che entro il 10 ottobre dovranno scegliere se aderire o meno alla proposta di rimborso elaborata dai commissari incaricati dal Tribunale
In base alla proposta i creditori otterrebbero il 16,13% di quanto spetterebbe loro, ma secondo i commissari la strada concorsuale permetterebbe ai creditori di realizzare una maggiore percentuale del 18% e con indubbi vantaggi rispetto a un'alternativa procedura fallimentare. Se entro il 10 ottobre il 50% più uno dei creditori approverà il piano concorsuale elaborato, e dopo l'omologa del concordato da parte del Tribunale, allora il Vellutificio Redaelli potrà iniziare la liquidazione aziendale, con la vendita all'asta dei beni della Redaelli Velluti, che comprende i marchi, gli impianti, l'attività industriale in sé, ma non i beni immobili, come i capannoni, che rimangono di proprietà della Fabbrica Velluti, attualmente in liquidazione e che fa capo ad Alfredo Redaelli. I beni immobili serviranno in parte a coprire i debiti contratti negli anni nei confronti degli istituti di credito (equivalenti a un finanziamento per ricapitalizzazione dell'azienda di circa cinque milioni di euro).
In base alla relazione dei commissari giudiziali, depositata alla cancelleria del Tribunale, l'azienda tra il 2007 e il 2010, a causa di una serie di acquisizioni di marchi e stabilimenti esteri non andati a buon fine, ha visto sfumare circa 12 milioni e mezzo di euro, tra flussi finanziari e commerciali trasferiti dalla Redaelli Velluti alle sue partecipate straniere in Germania e in Repubblica Ceca. A questo danno economico si è aggiunto quello provocato dalla crisi economica che ha comportato una riduzione del fatturato del 50%.
La crisi del vellutificio, secondo i commissari, si è aggravata a causa di un non tempestivo intervento di ridimensionamento delle strutture aziendali, per ridurre i costi fissi.
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